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Passi nello spirito
25° della professione religiosa di sr. Ma. Lourdes Operiano
Agostino e la preghiera
02/05/2016
s_agostino_2.jpgMONASTERO AGOSTINIANE- MODIGLIANA

18 MAGGIO 2016


25° DELLA PROFESSIONE RELIGIOSA di

SR. MA.  LOURDES OPERIANO


ORE  08,30  MESSA CONVENTUALE  di RINGRAZIAMENTO

PRESIEDE DON MARCELO OPERIANO
IL CLERO LOCALE e ALTRI CONFRATELLI FILIPPINI

SEGUE  CONVIVIALE

SIETE TUTTI INVITATI A PREGARE CON NOI
 
Conferenza "Studi giovanili e vocazione monastica in San Pier Damiani"
Pier Damiani e la parola di Dio
28/02/2016
sanpier.jpg.jpg
Conferenza del Prof. Mons. Stefano Rosati
Rettore del Seminario Maggiore Interdiocesano di Parma

Domenica 21 Febbraio 2016

Chiesa Abbaziale di San Giovanni Battista in Valle Acereta

Festa di San Pier Damiani




Audio della conferenza "Studi giovanili e vocazione monastica in San Pier Damiani" (1 ora circa)
relatore Prof. Mons. Stefano Rosati icona26.jpg
1 parte (formato mp3)
2 parte (formato mp3)
icona26.jpg
















 
Si conclude l’anno della Vita consacrata e quasi passa il testimone a quello della Misericordia
La Sacra Famiglia
03/02/2016
Si conclude l'anno della Vita consacrata e quasi passa il testimone a quello della Misericordia.

suore_sacra_famiglia.jpgLa nostra comunità ha vissuto questi due eventi quasi l'uno in preparazione dell'altro. Un anno dedicato alla Vita consacrata forse non ha avuto tanta risonanza nella chieda locale, nella diocesi e nella parrocchia, ma per noi è stato un richiamo quotidiano e importante al senso e significato della nostra vita e della nostra presenza nella Chiesa. E questo ci ha aiutato e ci sta aiutando a percorrere insieme questo anno della misericordia, certe che l'amore di Dio che ha accompagnato e accompagna sempre la nostra vita, ancora oggi può sorprenderci e riempire tutta la nostra esistenza.

Papa Francesco ci aveva dato tre obiettivi, quando ha annunciato la celebrazione dell'anno dedicato alla Vita Consacrata: guardare il passato con gratitudine, vivere il presente con passione e abbracciare il futuro con speranza . Per noi è risuonato come un programma di vita valido sempre.

Gratitudine, passione e speranza non sono solo tre belle parole, ma ci sembrano tre atteggiamenti fondamentali che possono dare senso a tutta la nostra vita.

E ci siamo chieste: come tradurle nella nostra vita quotidiana? Ci è sembrato di non dover "inventare" nulla di nuovo. Se guardiamo a quanto la nostra Fondatrice, suor Maria Teresa Lega ha fatto a Modigliana non troviamo gesti spettacolari e grandi miracoli ma piuttosto un amore quotidiano, feriale e totale per quanti ha incontrato nel bisogno e nell'abbandono. Si è fatta casa per coloro che non  avevano casa e accoglienza per coloro che erano abbandonati e soli, soprattutto i più fragili del suo tempo, le bambine, figlie del povero.

E per noi cosa può significare questo oggi? Imparare ogni giorno il valore della gioia che scaturisce da una vita donata e non posseduta, condivisa e non chiusa, gioiosa e non ripiegata su se stessa.

A volte si soffre per quanto si vorrebbe fare ma non si riesce più a fare perché le forze sono poche e le richieste tante. Ma la Chiesa, in questo anno, ancora una volta, ci ha richiamato alla cosa più importante di tutte: crescere nella nostra relazione con il Signore, dare qualità alla nostra vita fraterna in comunità, essere attente e aperte, con le porte e con il cuore, a chi ci vive accanto. Ci sembra di aver curato molto questi aspetti in questo anno.

In parrocchia tanti ci dicono che "ci vedono poco". E' vero: siamo di fatto poche e se vogliamo curare la nostra vita, i momenti della preghiera e quelli della vita fraterna dobbiamo, almeno in parte, "ritirarci" da varie attività. Ma è veramente necessaria una grande visibilità per essere come il Signore ci vuole? Questo anno ci ha insegnato, attraverso tante piccole scelte quotidiane, che il servizio e la missione più importante che il Signore ci chiede di compiere è quella di una vita gioiosamente data a Lui e ai fratelli. E noi ci sentiamo molto presenti nel cuore di tante persone e crediamo che l'accoglienza da parte nostra non manchi mai.

Alla fine di questo anno camminiamo verso la misericordia, riconoscenti e grate per il dono della vocazione e soprattutto certe dell'amore infinito del Padre.

Le suore della Sacra Famiglia
Suor Andrea, suor Edvige, suor Nadia e suor Ornella

 
Testimonianze di vita consacrata
Agostino e la preghiera
01/02/2016
CHIUSURA DELL'ANNO DEDICATO ALLA VITA CONSACRATA

suore_agostiniane_1.jpgSe facciamo un resoconto di cosa abbiamo vissuto o che cosa ci ha lasciato l'anno dedicato alla Vita Consacrata appena concluso, se ci chiediamo in che cosa ci ha cambiati, possiamo solo risponderlo con Saint Exupery:  " Non si vede bene che con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi."

Guardandoci intorno, nel mondo, nella società, nella Chiesa stessa e in particolare nella nostra Vita Consacrata, che tanto faticosamente cerca di sopravvivere nella fede e nella promessa di Gesù: " chi lascia il Padre e la Madre riceve il centuplo e la vita eterna ...", possiamo chiederci: l'anno della Vita Consacrata ci ha cambiato? Ci ha lasciato qualcosa?  Non è che ci resta solo un bello slogan da ricordare e citare al momento opportuno, senza che questo ci faccia riflettere seriamente sul nostro modo di vivere, di pensare e di agire? Parliamo da Consacrate chiamate in causa.

Papa Francesco ci conduce, come Mosè condusse il popolo d'Israele,  verso la terra promessa con amore, fatica e solitudine. Il popolo è ribelle, adultero e idolatra, ma è il popolo che Mosè, con lealtà, umiltà  e solidarietà, difese dall'ira stessa di Dio, è il popolo, quella pesante Croce che il Signore si carica tutti i giorni sulle spalle. Secondo noi il significato dell'anno dedicato ed appena concluso, è prendere consapevolezza di una vita tutta particolare, e che acquisisce un significato solo se ci poniamo come intermediarie tra Dio e il suo popolo, per invocare, con insistenza, la Sua misericordia.  " Misericordia, Signore, misericordia ...siamo un popolo di peccatori, ma la tua misericordia è più grande del nostro peccato" recita un Salmo.

L'anno della Vita Consacrata non ha cambiato  il mondo, ma può cambiare il nostro modo di vivere, di pensare e mutare le nostre coscienze nei riguardi della vita consacrata e della vita in generale. Non ha lasciato niente se non la stessa miseria umana, che c'era prima, ma l'ha caricata sulle nostre spalle affinché la portassimo con noi, con umiltà e solidarietà, proprio come fece Mosè,  fino sul monte  ed  entrare nell'intimità con Dio nella coltre di nubi, per quaranta giorni.  Questo significa intensa preghiera, penitenza e amore. E quando scendiamo dal monte e torniamo nella pianura, volgiamo lo sguardo verso il popolo con cui ci siamo legati, magari mostrando un volto stanco, sofferente, consumato, ma gioioso e raggiante di luce divina, da condividere con lui.                                                                                                               

Facciamo nostre le parole di Papa Francesco che ha detto in un Angelus dello scorso anno: " Ciò che non si vede è più importante di ciò che si vede. Nella Chiesa è così: la sua invisibile natura divina - l'essere corpo di Gesù, il Suo Corpo Mistico - è più importante della sua natura tangibile: le parrocchie, le comunità, il clero, i laici, i religiosi". C'è un chiaro metro per capire in che modo la natura spirituale e quella visibile si legano:  è Gesù stesso, nella cui persona entrambe le nature si fondono in modo mirabile e indissolubile." (29.10.14).
 
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