09/04/2015 |
[...]Se non mi accorgo di vivere in una realtà completamente distorta, tanto dal
punto di vista delle ragioni quanto da quello valoriale, finirò per pensare che
questa realtà completamente falsata è l'unica realtà vera.[...]
[...]Consiste nella paradossale assunzione della corruzione delle cose, degli oggetti ma anche dei legami, come di un dato positivo! Si tratta di un rovesciamento epocale. Per le fonti di senso della nostra cultura occidentale la corruzione ha sempre rappresentato una figura prepotentedel male di essere e di vivere: per noi la corruzione è invece diventata una caratteristica da auspicare, da incentivare e perfino da procurare. Il pensiero unico del consumismo infatti si regge sulla deperibilità e corruttibilità degli oggetti e dei legami. Niente deve durare e niente deve essere pensato nell'orizzonte della incorruttibilità. Per «l'arte di consumare la vita» si deve postulare la necessità di disfarsi in fretta delle cose e delle relazioni. E per potersene disfare bisogna che esse siano «biodegradabili » o forse anche soltanto «degradabili». La filosofia dell'autentico «ciclo economico» del consumismo, «l'unico che garantisce davvero il funzionamento dell'economia è quello del "compralo, goditelo, buttalo via"...»[...]
Corruzione . Lorenzo Biagi
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