Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Gv 10,27 |
28/04/2015 |
Come vivere questa Parola?
"Ascoltare", un verbo che forse per noi dice poco: siamo troppo abituati a passare da un'informazione all'altra senza lasciarci permeare da quanto ci raggiunge. Biblicamente, invece, è un atteggiamento importante e non riguarda soltanto l'udito: si ascolta il messaggio racchiuso in ciò che vivo o che mi trasmette il sorriso di una persona; si ascolta il proprio cuore, i sentimenti che lo abitano e talvolta lo agitano; si ascolta persino il silenzio fino a scoprirne la sorprendente eloquenza...
Qui Gesù richiama l'attenzione su un particolare ascolto, cioè
l'attenzione alla voce: la parola non ha ancora raggiunto l'orecchio e
sollecitato l'intelletto ma quel timbro ha risvegliato il cuore,
annuncia-to una presenza. È un appello alla relazione.
La Parola
è indubbiamente importante: Cristo stesso è Parola che mi introduce in
quel dialogo di amore che è la vita trinitaria. Ma quando si entra
nell'ambito delle relazioni la Parola o è trascesa o è colta nella sua
globalità in cui tutto è rilevante.
Il cristianesimo non è la
religione del "Libro", sia pure il Libro Sacro a cui è giusto e
necessario at-tingere quotidianamente. La nostra fede è adesione a una
Persona che viene a noi in una molteplicità di modi che per noi
diventano eloquenti nella misura in cui riconosciamo in essi la sua
presenza, ne "a-scoltiamo" la voce e quindi lo seguiamo.
Voglio, quest'oggi, nella mia pausa contemplativa, lasciare che il cuore ascolti e vibri al suono della sua voce.
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Giovanni 10,27
|