22/10/2016 |
DI SAN GIOVANNI PAOLO II. IL DIALOGO INTERRELIGIOSO. Un nuovo tempo si apre nella luce di Cristo. Non tutti però vedono
questa luce. Noi abbiamo il compito stupendo ed esigente di esserne il «
riflesso ». È il mysterium lunae così caro alla contemplazione dei Padri, i
quali indicavano con tale immagine la dipendenza della Chiesa da Cristo, Sole
di cui essa riflette la luce…
È un compito, questo, che ci fa trepidare, se guardiamo alla debolezza
che ci rende tanto spesso opachi e pieni di ombre. Ma è compito possibile, se
esponendoci alla luce di Cristo, sappiamo aprirci alla grazia che ci rende
uomini nuovi.
È in quest'ottica che si pone anche la grande sfida del dialogo
interreligioso. Nella condizione di più spiccato pluralismo culturale e
religioso, quale si va prospettando nella società del nuovo millennio, tale
dialogo è importante anche per mettere un sicuro presupposto di pace e
allontanare lo spettro funesto delle guerre di religione che hanno rigato di
sangue tanti periodi nella storia dell'umanità. Il nome dell'unico Dio deve
diventare sempre di più, qual è, un nome di pace e un imperativo di pace.
Ma
il dialogo non può essere fondato sull'indifferentismo religioso, e noi
cristiani abbiamo il dovere di svilupparlo offrendo la testimonianza piena
della speranza che è in noi. (Novo Millennio Ineunte 54-56)
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