CAPIRE PREGARE VIVERE LA MESSA
LA LITURGIA DELLA PAROLA
“ chi ascolta le mie parole e le mette in pratica dimora in me e io in
Lui” (Giovanni)
DIO VUOLE COMUNICARE CON NOI
La messa sin dall’inizio ha voluto farci entrare in relazione
con Dio, facendoci sentire amati e accolti poi ha invitato con forza a
rivolgerci a Dio dicendo ‘preghiamo’.
Ora, entrando in quella parte chiamata ‘liturgia della
Parola’, scopriamo che pregare significa ‘DIALOGARE’.
Questo significa innanzitutto che abbiamo a che fare con
un DIO PERSONALE. Il nostro è un Dio che
non è un’entità spirituale immensa o puro pensiero, quanto una Realtà Personale
che vuole comunicare con noi. Egli si è rivelato parlando personalmente, a
uomini come Noè, Abramo, Mosè… e anche con un popolo intero. E’ un Dio che
vuole comunicare perché ha a cuore le sue creature e tra esse l’interlocutore
che è ‘capax dei’, cioè l’uomo. Con noi vuole
stringere un patto di amicizia per la vita.
Questa vicenda è narrata a partire da quella serie di
libri bibilic che condividiamo con altre grande religioni, come l’ Ebraismo e
anche l’ Islam. Per questo noi proponiamo sempre una lettura dell’ AT o PRIMA
ALLENZA . Poi questa vicenda è continuata nei discepoli di Gesù, cioè nella
Chiesa, ed è narrata nei libri del Nuovo
Testamento o NUOVA ALLEANZA. Ecco che come seconda lettura leggiamo sempre un
brano tratto da questi libri.
PREGARE E’ DIALOGARE
Torniamo alla preghiera come dialogo, dicendo che esso è
fatto in due momenti: parole e silenzio, dire e ascoltare. Forse noi siamo
abituati nella preghiera a cominciare con il parlare, chiedere, recitare….
Invece sin dalle prime esperienze religiose lo stare davanti a questo Dio Persona
significava prima di tutto ASCOLTARE. NB il credo ebraico che inizia con ‘ Shemà
Israel’ (Deuteronomio) ripreso poi anche da Gesù quando chiede il comandamento
più grande (cfr vangelo di Marco).
Al momento delle ‘letture’ la liturgia ci invita a
metterci a sedere proprio perché è la dell’alunno, del discepolo che vuole ascoltare
per imparare. Noi ci mettiamo in ascolto pronti a fare nostre le Parole delle
Sacre Scritture nelle quali scopriremo la Parola di Dio per noi.
IL CENTRO: LA PERSONA DI
GESU’
Al centro di questo ascolto oggi sta la PERSONA STESSA DI
GESÙ. Esso ci viene presentato soprattutto nella lettura dei Vangeli. Vista l’
importanza di questa comunicazione ci alziamo in piedi. Come dice san Giovanni
nel prologo: Gesù è la Parola di Dio incarnata, cioè fattasi udibile in parole
e anche visibile in gesti e azioni. Ascoltare i Vangeli è cercare di UDIRE con
le orecchie, ma anche VEDERE con gli occhi e SENTIRE col cuore cioè cogliere
tutto della sua persona.
CHI È LUI? COSA DICE A NOI? E’ la scoperta di quella che
gli atti chiamano semplicemente ‘ LA VIA’ o ‘ PAROLA DI VITA’, cioè indicazioni
per la nostra felicità incamminati verso la vita.
In tutto questo lo studio della Scrittura non basta
occorre la SPIEGAZIONE CHE LA CHIESA, sua fedele sposa. Lei è la sposa che può
parlare autorevolmente di Cristo e lo fa ufficialmente attraverso dei
sacerdoti. Ecco che diventa fondamentale la spiegazione che domenica dopo
domenica il presbitero offre alla comunità. Lui ha ricevuto questo mandato e
deve farlo
INFINE LA NOSTRA RISPOSTA
Dicevamo che la preghiera è un dialogo di ascolto e
risposta. Spesso ci accorgiamo di vivere questa alternanza in varie parti della
Messa in cui il sacerdote parla e noi
rispondiamo. Come si risponde in questo momento? Con l’ ATTO DI FEDE cioè il
CREDO e CON UNA PREGHIERA COMUNITARIA o dei FEDELI. Sono le parole che nascono
dal nostro cuore che crede (il credo) e che si affida fiducioso nella mani di
Dio (preghiera dei fedeli). Sarebbe importantissimo che queste preghiere
fossero scritte dai fedeli.
“ chi ascolta le mie parole e le mette in pratica dimora in me e io in
Lui” (Giovanni)
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