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Piccola catechesi Messa/3
02/03/2019

CAPIRE PREGARE VIVERE LA MESSA

LA LITURGIA DELLA PAROLA

chi ascolta le mie parole e le mette in pratica dimora in me e io in Lui” (Giovanni)

DIO VUOLE COMUNICARE CON NOI

            La messa sin dall’inizio ha voluto farci entrare in relazione con Dio, facendoci sentire amati e accolti poi ha invitato con forza a rivolgerci a Dio dicendo ‘preghiamo’.

            Ora, entrando in quella parte chiamata ‘liturgia della Parola’, scopriamo che pregare significa ‘DIALOGARE’.

            Questo significa innanzitutto che abbiamo a che fare con un DIO PERSONALE. Il nostro  è un Dio che non è un’entità spirituale immensa o puro pensiero, quanto una Realtà Personale che vuole comunicare con noi. Egli si è rivelato parlando personalmente, a uomini come Noè, Abramo, Mosè… e anche con un popolo intero. E’ un Dio che vuole comunicare perché ha a cuore le sue creature e tra esse l’interlocutore che  è ‘capax dei’, cioè l’uomo. Con noi vuole stringere un patto di amicizia per la vita.

            Questa vicenda è narrata a partire da quella serie di libri bibilic che condividiamo con altre grande religioni, come l’ Ebraismo e anche l’ Islam. Per questo noi proponiamo sempre una lettura dell’ AT o PRIMA ALLENZA . Poi questa vicenda è continuata nei discepoli di Gesù, cioè nella Chiesa, ed è narrata nei libri del  Nuovo Testamento o NUOVA ALLEANZA. Ecco che come seconda lettura leggiamo sempre un brano tratto da questi libri.

PREGARE E’ DIALOGARE

            Torniamo alla preghiera come dialogo, dicendo che esso è fatto in due momenti: parole e silenzio, dire e ascoltare. Forse noi siamo abituati nella preghiera a cominciare con il parlare, chiedere, recitare…. Invece sin dalle prime esperienze religiose lo stare davanti a questo Dio Persona significava prima di tutto ASCOLTARE. NB il credo ebraico che inizia con ‘ Shemà Israel’ (Deuteronomio) ripreso poi anche da Gesù quando chiede il comandamento più grande (cfr vangelo di Marco).

            Al momento delle ‘letture’ la liturgia ci invita a metterci a sedere proprio perché è la dell’alunno, del discepolo che vuole ascoltare per imparare. Noi ci mettiamo in ascolto pronti a fare nostre le Parole delle Sacre Scritture nelle quali scopriremo la Parola di Dio per noi.

 

IL CENTRO: LA PERSONA DI GESU’

            Al centro di questo ascolto oggi sta la PERSONA STESSA DI GESÙ. Esso ci viene presentato soprattutto nella lettura dei Vangeli. Vista l’ importanza di questa comunicazione ci alziamo in piedi. Come dice san Giovanni nel prologo: Gesù è la Parola di Dio incarnata, cioè fattasi udibile in parole e anche visibile in gesti e azioni. Ascoltare i Vangeli è cercare di UDIRE con le orecchie, ma anche VEDERE con gli occhi e SENTIRE col cuore cioè cogliere tutto della sua persona.

            CHI È LUI? COSA DICE A NOI? E’ la scoperta di quella che gli atti chiamano semplicemente ‘ LA VIA’ o ‘ PAROLA DI VITA’, cioè indicazioni per la nostra felicità incamminati verso la vita.

            In tutto questo lo studio della Scrittura non basta occorre la SPIEGAZIONE CHE LA CHIESA, sua fedele sposa. Lei è la sposa che può parlare autorevolmente di Cristo e lo fa ufficialmente attraverso dei sacerdoti. Ecco che diventa fondamentale la spiegazione che domenica dopo domenica il presbitero offre alla comunità. Lui ha ricevuto questo mandato e deve farlo

 

INFINE LA NOSTRA RISPOSTA

            Dicevamo che la preghiera è un dialogo di ascolto e risposta. Spesso ci accorgiamo di vivere questa alternanza in varie parti della Messa in cui il sacerdote  parla e noi rispondiamo. Come si risponde in questo momento? Con l’ ATTO DI FEDE cioè il CREDO e CON UNA PREGHIERA COMUNITARIA o dei FEDELI. Sono le parole che nascono dal nostro cuore che crede (il credo) e che si affida fiducioso nella mani di Dio (preghiera dei fedeli). Sarebbe importantissimo che queste preghiere fossero scritte dai fedeli.

 

chi ascolta le mie parole e le mette in pratica dimora in me e io in Lui” (Giovanni)

 

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