di mons. GUALTIERO BASSETTI. DOVE SEI? / 1
Dio, dove sei?
In queste settimane di pandemia, si ha
l’impressione che nel mondo globalizzato la religione sia rimasta al margine:
ho sentito con le mie orecchie questa obiezione, alla quale dovremo dare
risposte convincenti. Ma continuiamo la nostra riflessione.
Dio, dove sei? La risposta a questa
domanda rischia di essere terribile; del resto l’aveva già anticipata
Nietzsche: Dio è morto, e noi l’abbiamo ucciso.
La
Bibbia rovescia una tale domanda: «Dove sei?» è piuttosto ciò che Dio chiede
all’uomo nel giardino (cf. Gen 3,9). La vera domanda che la Bibbia ci propone è così
quella sulla nostra identità. Chi siamo noi? La risposta dell’uomo alla domanda
di Dio è tragica: «Ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto» (Gen 3,10). L’essere umano si scopre improvvisamente
fragile, debole, impotente. Sperimenta che, nel momento in cui ha preteso di
porsi lui stesso come “dio” («Sarete come Dio», cf. Gen 3,5), tutto crolla: crolla il rapporto con l’altro (ed
ecco le foglie di fico per nascondersi), si rompe il rapporto con la terra
(«spine e cardi produrrà per te»), si apre il cerchio della violenza, e il
fratello uccide il fratello (Gen 4); la terra si corrompe e viene sommersa dal diluvio.
«Ho
avuto paura». L’essere umano inizia a concepire Dio come un giudice terribile,
pronto a punire la minima trasgressione; non lo coglie più come quella presenza
amica che passeggia nel giardino alla brezza del giorno (Gen 3,8). «Dove sei?». Che ne è, uomo, di te? Che ne è del
tuo delirio di onnipotenza e della tua illusione di poter realizzare tutto con
le tue sole forze?
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