“Va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello” |
27/02/2015 |
...."Se presenti l'offerta all'altare e ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te...". Non dice: "Aspetta che venga a trovarti o che riceva la visita di un tuo amico come intermediario", oppure: "Mandagli un altro", ma dice: "Tu, in persona, corri da lui!". "Vattene - dice - va' prima a riconciliarti con tuo fratello"....
Questo proclamo, questo attesto, questo dico a voce alta: Nessuno di coloro che hanno un nemico osi avvicinarsi alla sacra mensa e ricevere il Corpo del Signore! Nessuno che si avvicina abbia un nemico! Hai un nemico? Non avvicinarti! Se vuoi farlo, vai prima a riconciliarti, poi ricevi il sacramento.
Non sono io a parlare così, è il Signore che lo dice, lui che è stato crocifisso per noi; per riconciliarti a suo Padre non ha rifiutato d'essere immolato né di spargere il suo sangue; e tu, per riconciliarti con tuo fratello, non vuoi neanche dire una parola e prendere l'iniziativa di andare a trovarlo? Senti cosa dice il Signore a proposito di coloro che fanno come te: "Se presenti l'offerta all'altare e ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te...". Non dice: "Aspetta che venga a trovarti o che riceva la visita di un tuo amico come intermediario", oppure: "Mandagli un altro", ma dice: "Tu, in persona, corri da lui!". "Vattene - dice - va' prima a riconciliarti con tuo fratello".
Incredibile! Dio non si considera disonorato di veder abbandonato il dono che gli stava per venir offerto, e tu ti ritieni disonorato di fare il primo passo per riconciliarti con tuo fratello. Che scusa puoi trovare per un simile comportamento? Se vedi uno dei tuoi membri tagliato, non fai di tutto per riattaccarlo al corpo? Agisci allo stesso modo per i tuoi fratelli: quando li vedrai separati dalla tua amicizia, cerca subito di riportarli a te, non aspettare che si presentino per primi, ma tu, per primo, cerca di farlo.
San Giovanni Crisostomo (ca 345-407), sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelie al popolo d'Antiochia, XX, 5 e 6
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