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Briciole per l'anima
BRICIOLA 23-1-2020
23/01/2020
di DON MASSIMO. IL GRANDE TESORO. Il prete ha il dovere di pregare e di pregare per tutti. Dire 'dovere' non vuol dire un'imposizione, quanto una scelta centrale. Se la gente è distratta e non ha tempo per raccogliersi in preghiera e dialogare con Dio, lo farà il prete. Ma questo non vale anche per la Chiesa verso il mondo? La Chiesa come 'popolo santo' eleva le sue preghiere quotidiane a favore di tutti, credenti e non credenti, vicini e lontani...Questo è amore universale.  Essa accumula un grande tesoro pieno di Grazia Divina che poi il Padre Misericordioso userà a vantaggio di chiunque, per come sa Lui.
 
BRICIOLA 11-1-2020
11/01/2020
di DON MASSIMO. ASCOLTARE. Ascoltare è...dare un po' di tempo all'altro. Il poco è già tanto e a volte è sufficiente. Ascoltare è... cercare di comprendere. Ascoltare è ...sentire così come sente l'altro. Ascoltare è ... anche imparare dall'altro. Ascoltare è ... pregare, perchè nella comunione profonda c'è Dio. Dedica un po' di tempo ad ascotare chi incontri.
 
BRICIOLA 23-12-2019
23/12/2019
di DON MASSIMO. IL VENIENTE. Non dimentichiamo che per i credenti cristiani il Natale non è solo il fatto storico della nascita di un uomo chiamato Gesù e cresciuto poi a Nazaret. Per noi è la celebrazione del Veniente, cioè di Colui che ancora vuole nascere in mezzo a noi, dentro di noi. Gesù è ancora lì che vuol venire a nascere e questo accadrà già oggi. Accorgiti dei segni di bontà che sono accanto a te. E' la sua mano che ti sta sfiorando. Accorgiti dei segni di bellezza attorno a te. E' il suo profumo che ti avvolge. Accorgiti dei segni di verità che sono accanto a te. E' la sua Parola eterna che riempie la tua mente. Gesù vieni in mezzo a noi...oggi..adesso..lo desideriamo.
 
BRICIOLA 22-12-2019
22/12/2019
di J. NEWMAN. NATALE E'.Il Natale ci trovi sempre più simili a Colui che, in questo tempo è divenuto bambino per amor nostro; che ogni nuovo Natale ci trovi più semplici, più umili, più santi, più caritatevoli, più rassegnati, più lieti, più pieni di Dio....Questo è il tempo dell’innocenza, della purezza, della dolcezza, della gioia, della pace» AUGURI
 
BRICIOLA 20-12-2019
20/12/2019
di ANDREA GRILLO. TRA NOTTE E GIORNO (un dialogo immaginario del nostro corpo con il giorno e la notte) 

«Corpo: Voglio alzarmi, non ne posso più di star qui fermo, in questo letto così scomodo...

Giorno: Sono ancora lontano. Mia sorella Notte ti sta ancora accanto: dammi ascolto, riposa ancora un poco.

Notte: Ma lo sai, Giorno, che costui non sente ragione. Ha deciso di vivere indipendentemente da noi, come se non ci fossimo.

C.: I ritmi sono miei e a nessun costo vorrei perderne il controllo.

G.: Ma se nel cuore della notte ti alzi a lavorare, quando sarò arrivato io sarai stanco e non combinerai più nulla di buono.

N.: Non credo che ti darà mai ascolto: guarda, è già in piedi.

C.: Alzarsi e dormire a piacer mio: ecco la bella vita, questa è la vita vera.

G.: Senti, senti! Hai scoperto l'America, con questa tua trovata. Ma la corrispondenza tra corpo e natura non dipende semplicemente dalla volontà. Noi, io e mia sorella, ti siamo necessari per decidere di te, non dimenticarlo mai.

C.: Voi vi alternate fuori della mia finestra, ma dentro sono io a scandire i miei ritmi. Il tempo è "what I make of it", ciò che io faccio di lui.

N.: Lascialo stare, fratello mio, non capirà mai, se non forse quando patirà il disagio sulla sua propria pelle.

G.: Ma come fa un corpo a dimenticarsi di essere un corpo? Eh!, caro mio, dico a te, proprio a te: come fai a negare così radicalmente te stesso?

C.: Perché, essendo il corpo di un uomo, non sono più semplicemente un corpo. Mi faccio un'idea del mondo, aspiro, ricordo, provo passioni e agisco con progetti. Essendo un "corpo pensante e parlante", posso liberarmi da qualsiasi condizione inopportuna: ad esempio dalla dipendenza da due tipacci come voi!

G.: Ma se noi fossimo davvero condizioni esterne alla tua vita, "tipacci insopportabili" come usi dire, tu avresti cessato di essere un corpo: saresti soltanto un angioletto pensante e parlante, cosa che invece non sei. Nella misura in cui tu resti un corpo, hai ancora bisogno di fare i conti con noi, questa è la verità.

N.: Ora vedrai come si è offeso...

C.: Invece non è così. Semplicemente non vi ascolto più, non perdo più tempo con voi.

G.: Se avrai la bontà di seguirmi in un ragionamento, vedrai che ti convincerò.

N.: Lascialo stare, ormai è perduto.

C.: Voglio ascoltare solo più quest'ultimo argomento: guarda bene che sia l'ultimo, odiosissimo Giorno.

G.: Siamo intesi. Dunque, vorrei chiederti se tu sei sicuro di essere all'altezza di quello che vuoi. Ad esempio, tu sei davvero sicuro di poterti svegliare e addormentare?

C.: Ma che domanda è questa? Certo che sono sicuro: mi sveglio e mi addormento quando voglio io, non quando volete voi.

G.: No, non mi hai capito. Qui non c'entriamo direttamente noi, ma c'entri solo tu. A te, proprio a te, io chiedo se sei sicuro di aver imparato la difficile disciplina della veglia e del sonno.

C.: Ma che cosa vuoi dire? Non ti capisco proprio.

N.: Mio fratello vuol dirti che per l'uomo passare dal sonno alla veglia e dalla veglia al sonno è sempre estremamente complicato. È un atto con cui l'uomo scopre di non bastare a se stesso.

C.: Ma guarda che strane idee debbo sentire. Meno male che doveva essere il vostro "argomento decisivo"!

G.: Il sonno è come una piccola morte e la veglia quasi un nuovo nascere alla vita. Ma la morte è anche riposo, quiete, assenza di preoccupazioni, mentre la vita è compito, relazione, impegno, lavoro, fatica. lo e mia sorella non siamo soltanto fenomeni fisici, astronomici, ma grandi simboli della vita. In ventiquattr'ore, dandoci il cambio con puntualità e garbo come sentinelle fedeli, concentriamo una vita intera.

C.: Questo posso ammetterlo. Ma la mia vita vuole essere libera da questi simboli: mi avete inteso? Libera!

N.: Ma tu non ti chiedi mai perché la preghiera dell'uomo abbia cercato proprio in queste soglie la sua occasione più propizia? Non è proprio al sorgere e al tramonto del sole che l'uomo può diventare consapevole della sua fragile precarietà e della meraviglia di grazia che lo sostiene?

C.: Perdere tutto ogni sera e tornare a vedersi donare tutto ogni mattina: questo sarebbe l'ideale di cui mi parlate?

G.: Non è l'ideale, ma è il reale di ciò che ogni uomo sperimenta nella profondità della sua giornata di veglia e di sonno.

C.: Ma così le cose sono molto diverse da come credevo. Voi non siete più semplicemente epifenomeni del movimento astrale, ma simboli dell'esistenza dell'uomo.

N.: Siamo simboli se restiamo fenomeni, e siamo fenomeni solo se restiamo simboli.

C.: Di quale meraviglia non mi ero mai accorto! Quale tesoro ho sempre dilapidato! È notte. Voglio dormire.

G.: (alla Notte): Cara sorella, a quale miracolo abbiamo assistito! Questo corpo è tornato in se stesso, ha ricominciato a guardare le cose bene in faccia.

N.: Sì, avevi ragione. Si poteva fare qualcosa.

C.: Ora posso pregare nel tempo. Mi avete insegnato molte cose, in questi pochi minuti.

G.: La fede cristiana ci ha sempre guardato con favore, e non a caso.

C.: In fondo, credere in Cristo significa riuscire a rispettare la profonda verità delle cose. Riuscire ad essere ancora un corpo, né più né meno di questo.

G. e N.: Un corpo immerso nel tempo come occasione sempre nuova per scoprire la propria fragilità e la grazia che ci abilita alla libertà.

C.: Pregare nel tempo significa scoprire la presenza di Dio nelle pieghe del tempo. Un corpo, di questo, non dovrebbe mai dimenticarsi» 

 
BRICIOLA 15-12-2019
15/12/2019
di PAPA FRANCESCO. IL PRESEPE.  Il mirabile segno del presepe, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. Rappresentare l’evento della nascita di Gesù equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia. Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui. (inizio lettra Admirabile signum)
 
BRICIOLA 14-12-2019
14/12/2019
di DON MASSIMO. PICCOLI DEL VANGELO. Domani sentiremo nel Vangelo affermare che il più piccolo del Regno è più grande di Giovanni il Battista. Questi figurava come una persona che aveva fatto scelte radicali e in qualche modo estreme. Sicuramente significative e memorabili. I piccoli del Regno invece sono coloro che sanno affidarsi a Dio e perciò lo ascoltano, lo seguono e arrivano  a dire dei si alle chiamate che avvertono. Il loro tempo è la quotidianità, il luogo è l'abiente abitudinario, lo stile è la semplicità normale. Il cuore è quello di chi ama Dio e il prossimo. 
 
BRICIOLA 12-12-2019
12/12/2019
di J.FABER. SORRIDI. 
Donare un sorriso
rende felice il cuore.
Arricchisce chi lo riceve
senza impoverire chi lo dona.

Non dura che un istante
ma il suo ricordo rimane a lungo.
Nessuno è così ricco
da poterne far a meno
nè così povero da non poterlo donare.

Il sorriso crea gioia in famiglia,
dà sostegno nel lavoro
ed è segno tangibile di amicizia.
Un sorriso dona sollievo a chi è stanco,
rinnova il coraggio nelle prove
e nella tristezza è medicina.

E se poi incontri chi non te lo offre,
sii generoso e porgigli il tuo:
nessuno ha tanto bisogno di un sorriso
come colui che non sa darlo.
Sorriso - da PensieriParole.it <https://www.pensieriparole.it/aforismi/sorriso/>
 
BRICIOLA 11-12-2019
11/12/2019
di DON MASSIMO. MITE E UMILE. In modo suggestivo, ma non irrealistico, un autore scriveva: per me Gesù ha appreso al mitezza da Giuseppe e l' umiltà da Maria. Le virtù sono apprese anche nella relazione basilare che accade in famiglia. Sopratutto deduciamo che la mitezza e l'umiltà, non sono cose 'aeree' e anche solo spirituali, ma sono quelle 'attrezzature' basilari per la vita che la famiglia trasmette. Ancora: esse sono da concepire come 'qualità attive' e non passive. Esse spingono verso una 'realistica determinazione' nel compiere il bene. Nello spirito del 'con' e non del 'contro'.
 
BRICIOLA 11-12-2019
11/12/2019
di DON MASSIMO. MITE E UMILE. In modo suggestivo, ma non irrealistico, un autore scriveva: per me Gesù ha appreso al mitezza da Giuseppe e l' umiltà da Maria. Le virtù sono apprese anche nella relazione basilare che accade in famiglia. Sopratutto deduciamo che la mitezza e l'umiltà, non sono cose 'aeree' e anche solo spirituali, ma sono quelle 'attrezzature' basilari per la vita che la famiglia trasmette. Ancora: esse sono da concepire come 'qualità attive' e non passive. Esse spingono verso una 'realistica determinazione' nel compiere il bene. Nello spirito del 'con' e non del 'contro'.
 
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