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FACCIA A FACCIA
05/05/2020

In quel dialogo, davanti al roveto ardente, in cui Dio si confida, Mosè impara anche a pregare: cerca di tirarsi indietro, muove obiezioni, soprattutto pone interrogativi, ed è in risposta alla sua domanda che il Signore gli confida il proprio Nome indicibile, che si rivelerà nelle sue grandi gesta. (cfr CCC 2575)

 Vediamo che “il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla con un altro” con un suo amico. La preghiera di Mosè è tipica della preghiera contemplativa, grazie alla quale il servo di Dio è fedele alla propria missione. Mosè “s'intrattiene” spesso e a lungo con il Signore, salendo la montagna per ascoltarlo e implorarlo, discendendo verso il popolo per riferirgli le parole del suo Dio e guidarlo. “Egli è l'uomo di fiducia in tutta la mia casa. Bocca a bocca parlo con lui, in visione” infatti “Mosè era molto più mansueto di ogni uomo che è sulla terra”. (cfr CCC 2576)

            In Mosè, nelle sue salite sull Oreb, vediamo realizzata lessenza di una preghiera di tipo contemplativo. E il dialogare faccia a faccia, cioè come con un amico. E unimmagine molto bella che non deve stupirci. Come nel dialogo tra amici cè spazio per lascolto, i silenzi, le incomprensioni, i litigi, il farsi avanti ma anche il tirarsi indietro, i sentimenti, il ridere, il piangere... così è nella preghiera di Mosè con Dio nel segno del Roveto ardente. Allinterno di questa preghiera così intima, nel segno misterioso del roveto ardente (un fuoco che non si consuma) avviene laltissima rivelazione del nome di Dio stesso. Egli è la trascendenza assoluta, il totalmente altro, quindi umanamente impronunciabile per non delimitarlo e contenerlo. Noi, filosoficamente, lo abbiamo associato all essere stesso, con lespressione io sono colui che sono, ma sappiamo che JHWH restarà unespressione impronunciabile ...eppur rivelata all amico intimo che colloquia con Lui.

 
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