09/05/2020 |
Il Tempio di Gerusalemme, la casa di preghiera che Davide
voleva costruire, sarà l'opera di suo figlio, Salomone. La preghiera della
Dedicazione del Tempio fa affidamento sulla Promessa di Dio e sulla sua
Alleanza, sulla presenza operante del suo Nome in mezzo al suo Popolo e sulla
memoria delle mirabili gesta dell'Esodo. Il re alza le mani verso il cielo e
supplica il Signore per sé, per tutto il popolo, per le generazioni future, per
il perdono dei peccati e per le necessità quotidiane, affinché tutte le nazioni
sappiano che egli è l'unico Dio e il cuore del suo popolo sia tutto per lui. (cfr CCC 2580)
La Rivelazione biblica ci dice che,
ad un certo punto della storia, Dio conferma ufficialmente la sua disponibilità
ad ‘abitare’
in un luogo particolare: ‘il
tempio di Gerusalemme’.
Esso diventa quel luogo-simbolo per richiamare agli uomini la fedeltà di Dio
alle sue promesse e perché gli uomini possano elevare a Dio le proprie preghiere. Il tempio di
Gerusalemme diventa così la figura di ogni tempio, che l’uomo costruirà come segno della dimensione del sacro e della
presenza di Dio in mezzo a noi. Luogo dell’incontro
col Mistero, ogni tempio non va però assolutizzato (come oggi non c’è più quello di Gerusalemme) per favorire quel culto in ‘spirito e verità’
che Gesù ha indicato come veramente essenziale e possibile in ogni luogo.
|