Quale tema affronteremo nelle prossime
‘sottolineature’ fino a Pentecoste? Quale ‘piccola catechesi’ vogliamo
proporre?
Ci
troviamo in un momento storico molto singolare e anche prezioso. Tra poco
riprenderemo la celebrazione pubblica dell’ Eucaristia, cioè con la presenza
del popolo. Ricordiamo invece che la celebrazione quotidiana della Messa, con
il suo valore redentivo a favore di tutto il mondo, si è mai interrotta!
Questa
privazione è stata per noi eccezionale, ci ha fatto anche soffrire e a qualcuno
è sembrata addirittura un oltraggio , una violenza, una insensibilità.
Eppure
questa realtà di privazione dalla partecipazione alla Messa e dal
ricevere l’ Ostia Santa, è per molti cristiani nel mondo una normalità. Questo
per vari motivi: per assenza di presbiteri, per una vera e propria persecuzione
contro il diritto di culto e la libertà religiosa, oppure anche per la vastità
dei territori e le avverse condizioni climatiche.
In
questi casi abbiamo avuto testimonianze eroiche di vera fede: persone che nel
sud del mondo, sono disponibili a fare ore di cammino per arrivare alla chiesa;
preti che, internati per decenni nei campi di concentramento, celebravano la
Messa di nascosto con pochi cristiani; piccole comunità che però non si sono
‘disperse’ nel caos della modernità e delle società opulente.
Tornare a poter celebrare per noi deve essere motivo di ringraziamento a Dio,
ma anche momento in cui ricordare e fare tesoro di quelle testimonianze
ricevute dai cristiani ‘senza Eucaristia permanente’.
Noi
dovremmo interrogarci allora, non solo sulle modalità di celebrare in sicurezza
dal coronavirus, ma anche sul modo interiore più vero di ‘andare a ricevere
Gesù’ o di ‘ dire la Messa’….meglio : ‘di celebrare la Messa’.
A
volte in questo periodo si sono sentite opinioni le più disparate: dal pensare
che un sacramento non serve poi a niente, o che sia l'unico modo di essere in
comunione con Dio e di ricevere la sua Grazia o al pensare che ‘basti
mangiare' l’ Ostia Consacrata per una vera devozione e preghiera.
Proveremo
quindi ad approfondire alcune nostre convinzioni di fede circa la Liturgia per
diventare più consapevoli, devoti e partecipi.
Non
entreremo nel dettaglio a spiegare le singole parti della Messa, ma vogliamo
cogliere il significato del nostro pregare comunitario, in quella che chiamiamo
liturgia.
Questo
‘piccolo catechsimo’ ci accompagnerà fino alla Pentecoste. Invocheremo lo
Spirito proprio perché affini in noi il gusto, la coscienza e la pratica di una
vera preghiera liturgica.
Ci
aiuteranno le Monache Sorelle di Gamogna, che riteniamo ‘esperte’ proprio della
preghiera liturgica e che ringraziamo per la loro disponibilità e testimonianza
e servizio quotidiano nel celebrare la Liturgia della Chiesa con Cristo.
Ciascuno cercherà di applicare a sé le spiegazioni, che ripeto, hanno carattere
più di insegnamento che di meditazione per la vita. Chiedetevi comunque sempre:
cosa dice a me questo? Cosa tocca della mia vita?
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