Notizie sui Frati Cappuccini di Modigliana
Il Convento
La collina del Castellaro, nel corso dei
secoli, ha annoverato vari insediamenti quali:
- quello
celtico dei Galli Boi, molto
probabilmente sui resti di precedente di origine
Etrusca. Lo storico romano Tito Livio ne parla nella sua Historia Libris XXXI cap.
III, raccontando le disfatte dei
Romani con i Boi del 200, del 195 a.C. e la loro rivincita nel 168 a.C.
quando rasero al suolo l'insediamento. Nel
90 a.C. l'insediamento viene
ricostruito dal Console Caio Papio col nome di Castrum Mutilum per
insediarvi i 3000 uomini inviati da Roma a “colonizzare”
gli indigeni rimasti trasformandoli nei così detti Galli Togati.
-
l'insediamento che lo storico faentino Tolosano ricorda col nome di Castello del Piano da Monte i cui
abitanti, fra il 1166 e l'88, si
ribellano al conte Guido VII°
(Guerra III°), che imponeva loro di abbandonare il loro insediamento e di trasferirsi nella zona della rocca. Al che il Conte li mise
sotto assedio per 5 settimane. Alla resa
gli assediati si spostano presso S. Donato e la loro incolumità è garantita dai
Faentini, ed il Conte rade al suolo il castello del Plano da Monte.
-
Alla base della collina del Castellaro, nell'attuale p.za C. Battisti, c’era un tempio romano dedicato ad Apollo che,
fra il 46 ed il 75, S. Apollinare trasformò nella chiesa Protocristiana di S. Giovanni Battista. Dopo la
costruzione della Pieve di S. Stefano, nel 410,
proprio di fronte alla piccola chiesetta, questa assunse le funzioni di Battistero fino all'ottobre del 1571. Fu
demolita nel 1697 per fare spazio al
cimitero.
- Ai piedi della collina, sulle sponde dell'Acerreta, un Convento
di Monaci Benedettini, con la
chiesa di S. Donato,
(demolita verso la metà del sec. XVIII°),
presso cui sostò S. Pier Damiano nei sui viaggi da e per l’Eremo
di Gamogna, fra
il 1053 e 1055, vi sono due mulini ed il ponte sull’Acerreta per l'accesso alle zone di
Agnano e di Tussino.
Questo per inquadrare l'area dove viene
fondato il Convento dei Cappuccini
- Fondazione:
Previa richiesta dei
modiglianesi, il consenso dell’Ordine e
del P. Superiore della Provincia di Bologna, vennero a Modigliana i PP.
Francesco Visani da Fognano, e Bernardino Piazza da Modigliana, e detta la
Predica ed il Vespro nella Pieve, il giorno 11 novembre 1561 alle ore 22,
di martedì, presa la Croce sulle spalle e con solenne Processione la portarono
al Castellaro, ove la piantarono con grande solennità, mutarono il nome al luogo, chiamandolo Monte
Sion, e gettarono pure la prima pietra per i fondamenti della Chiesa, dedicata
alla Madonna della Pace.
Con le elargizioni
delle fam. Ravagli e Piazza, in poco
tempo, secondo la povera forma Cappuccina, sorge il Convento con 18 celle e la Chiesa con un solo
altare, ed al centro un piccolo
chiostro appoggiato su un lato della stessa.
L’edificio della chiesa
eretto attorno al 1562, era piccolo e disadorno, coperto da una tettoia a
cavalletti. Viene rifatta nelle
dimensioni attuali nel 1624, a spese del
gentiluomo Giuseppe Fornaci, del Cav. Giulio Piazza e della Contessa
Severoli. Anni dopo nelle paraste dell'arco trionfale furono
ricavate due piccole nicchie, dove
furono poste le piccole statue in stucco e calce di Santa Francescana e nel lato opposto di Santo Cappuccino ambedue
opere di anonimo del XVIII° sec.
L'altar
maggiore fu dotato della maestosa
struttura in legno di noce patinato bruno alla cappuccina opera di notevole interesse di artigiano
ignoto degli inizi del XVIII° sec.
La Pala d’altare, olio su tela del
fiorentino Francesco Curradi
databile intorno al 1624. rappresenta “Sposalizio della Vergine “ con i Santi
Francesco d'Assisi e Chiara.
La devozione
particolare dei nostri Cappuccini è rivolta alle RELIQUIE dei Santi.
Ce n'erano a profusione
dappertutto; sopra, sotto ed intorno a tutti gli altari, e le nicchie, nascoste
dalle pale d'altare, ne erano piene.
Nella controfacciata ai lati della porta principale
d’ingresso, vi sono due lapidi poste in essere nel 1708 che elencano le principali reliquie presenti in questa
chiesa.
Su quella posta sul lato sinistro
entrando, c’è la lista delle 53 reliquie
donate alla cappella da Padre
Costantino Lotti di Modigliana nel 1598, di ritorno dalla battaglia di
Lepanto (1571), dove era stato inviato come confessore da Pio V. Queste erano
poste nei reliquiari ai lati dell'Altar maggiore.
In
quella sul lato destro invece
l’elenco delle 63 reliquie donate
alla cappella dai Frati Facchini e Bruni
nel 1638. Un’altra
copiosa raccolta di reliquie fu donata a questa
Chiesa nel 1817 dal Dott. Traversari-Violani, Questa fu collocata nell’altare di San Felice in
sostituzione di quelle trafugate dai francesi. Successivamente furono reclamate
dalla famiglia Papiani di Modigliana, che ne era proprietaria, che le regalò al Priore della Pieve.
Testo della lapide a
sinistra entrando dalla porta principale della chiesa:
« NOMI DELLE
RELIQVIE DELL’ALTAR MAG. DATE / A Q.A CHIESA DAL P. COSTANTINO / LOTTI / DA MODIGLIANA CAP. MDXCVIII / LEGNO DI S. CROCE / SPINA DI N.
S. /
VESTE DELLE B. V. / VELLO (Velo)
DELLA B.V. / S. PIETRO AP. / CAPELLI DI S. GIO. AP. / S. GIACOMO MAGG. AP.
/ S. GIACOMO MINORE AP. / S. TOMASO AP.
/ S. BARTOLOMEO AP. / S. ANDREA AP. / S.
MATTEO AP. / S. SIMONE AP. / S. MARCO
EV. / S. STEFANO M. / S. PIETRO M. / S.
APOLLINARE M. / CORDA HAB. DEL P. S. FRANCESCO / S. STEFANO P. M. /S.
COSTANTINO M. / SS. VINCENZO ANASTASIO M. / S. MASSIMO VESC. / SS.
INNOCENTI / S. MAVRO VESC. / S. MARCELLO CONF. / S.
ANTONIO ABB. / S. MACARIO ABB. / S. ADRIANO M.
/ S. VINCENZO M. / S. BLASIO VESC. M. /
S. LORENZO M. / S. GREGORIO M.
/ S. ROCCHO CONF. / S.
CASSIANO VESC. / SS. MM. DEI TRE FONTI /
S. GILBERTO M. / S. BARBATIANO M. / S. COSTANZO M. / S. MARIA MADDALENA / S.
ELISABETTA / S. CECILIA V. M. / S. AGNESE V. M. / S. POTENTIANA V. / S. CATTERINA V. M. / S. ORSOLA V. M. / S. HELENA / S. APOLLONIA V. M. / S. SVSANNA /
S. BEATRICE / S. XIMILLA / OSSA
DEI MM. DI RAV.A / DIVERSI SS. MM. CONF E VERG. // »
RELIQUIE DI S.
APOLLONIA
Tra il 248 ed il 249 in Alessandria d'Egitto scoppiò una sommossa popolare
contro i cristiani. Apollonia, un'anziana donna cristiana nubile,
che aveva aiutato i cristiani e fatto opera di apostolato, venne catturata con
gli altri e venne percossa e, secondo la tradizione popolare, le furono divelti
i denti con le tenaglie. Temendo che le venisse violata la castità con lo
stupro o che ulteriori torture prima del rogo si lanciò da sé tra le fiamme,
dove morì,
Papa Pio VI, (il Papa Gianangelo
BRASCHI di Cesena pontefice dal 1775
al 1799)
volendo mettere ordine nel culto delle reliquie,
cominciò col far raccogliere in tutta Italia i
denti di Santa Apollonia. Ne fu riempito uno scrigno di tre chili,
che fu svuotato sdegnosamente nel Tevere.
Testo della lapide a
destra entrando dalla porta principale della chiesa:
«L’ANNO 1638 FVRONO PORTATE QVESTE
REL./ LEGNO DELLA SANTA † / PANE DELLA
CENA / CAPEGLI DELLA B.V. / S. GIO:BATTA. / S. PAOLO AP. / CORPO DI S. DONATO
M. / UN CORPO DELLA LEG.E TEB.A*** / S. CORNELIO P.P.M. / S. BARTOLOMEO M. / S. GENNARO VES. M. /S. BONIFACIO M. / S. LVCIO M. /
S. ELIA M. / S. PIERCRISOLOGO VES. /S. CARLO BORROMEO VES. /S. MARTINO
VES. / S. GIVLIO M. / S. ANTI.CO M. / S. FILIPPO NERI / S. BENEDETTO M. / S.
DEODATO ABB. / S. MAVRIZIO M. / S. MASSIMO M. / S. PLACIDO M. / S. FELICE M. /
S. BONO M. / S. SATVRNINO M. / S. FELICISSIMO M. / S. SECONDO VES. M. / S.
GIVLIANO M. / S. DOMENICO M. / S. FORTVNATO M. / S. SEVERO M. / S. PROTO M. /
S. ROMANO M. / S. ALESSANDRO M. / S. GIVSTINO M. / S. SISINO M. / S. GELLO M. /
S. ISIDORO M. / S. BIBIANA V.M. / DENTE DI S. PVD.NA / S. ANASTASIA V.M. / S. EVFEMIA V.M. / S. EVLALIA V.M. / S.
COSTANZA V.M. / S. GIVLIA M. / S. GIVSTA M. / S. ROSALIA M. / S. SAVINA V.M. / S. SIMPLICIA V.M. / S.
TEODOSIA V.M. / S. ROSALEA M. / COMP.E DI S. ORSOLA / S. CRISTINA V.M. / S.
DEODATO M. / S. GENESIO M. / S. AVDIFACE
M..»
*** LEGIONE
TEBANA Si narra per la prima volta il
martirio della legione tebana,
costituita da soldati di fede
cristiana reclutati, nel 300 ca., nella
regione egiziana della Tebaide. I legionari si sarebbero rifiutati di partecipare alla persecuzione dei cristiani e a un culto pagano.
Ma tornando
alla storia del Convento, successivi
aiuti e lasciti, delle solite facoltose famiglie, contribuirono ad ampliare l’insediamento originale, portando il
numero delle celle del Convento da 18 a
24 e dotandolo di orto e parco. Il
Cav. Piazza inoltre, nel 1641, vi
portò l'acqua corrente proveniente da una sorgente nel podere Brola di sua proprietà. Nel ‘700 il Granduca mandava
i fontanieri del giardino di Boboli
a riparare e a far manutenzione alle canalizzazioni e alla bella fontana che si
trovava nel cortile d’accesso posteriore.
Nel '700 Giuseppe Fornaci volle anche aggiungere alla chiesa due Cappelle
laterali.
Una,
inizialmente, era intitolata al Serafico Francesco ma molti anni dopo fu ridedicata a S. Felice da Cantalice L'ancona in
legno di noce patina bruno alla cappuccina d’ignoto artigiano dell’inizio del
sec. XVIII°, fa da cornice ad una pala d’altare con l'immagine iconografica del
Santo, attribuita ad Ignazio STERN, bavarese (1679-1748).
Fra questa cappella e quella di S. Antonio, nel 1754 fu eretta una terza Cappella. (Ora scomparsa per far posto
alla sala multimediale del Terz’Ordine Francescano). Anticamente era l’altare dei Santi
Cappuccini. Successivamente divenne dell’Immacolata. Anche in questo
altare, coperte da teli dipinti, si veneravano molte reliquie di Santi, disposte intorno alla nicchia ed ai lati
dell’altare.
Sotto
la mensa alla base del nicchione ricavato nel corpo dell'altare, c'era
un'apertura attraverso la quale, dal 1755, venivano calate le salme dei
confratelli defunti nella sottostante cappella mortuaria, per la deposizione
dei cadaveri in apposito pozzo a mummificare per poi esporli negli archisoli
del locale chiamato Catacombe.
Cappella di S. Antonio da Padova
L’ancona di ignoto artigiano del XVII° sec.,
incornicia la pala d’altare del Santo di Scuola
di Carlo Cignani. (Bologna 15/05/1628 – Fo 06/09/1719
Detta tela, scendendo nel sotterraneo, permetteva la
vista e l'accesso ad una grande nicchia contenente 8 busti e 4 bracci
reliquiari attualmente conservati nell'Appartamento Storico dei Vescovi di
Modigliana.
Cappella a forma di grotta che si apre sulla strada
d'accesso alla chiesa.
E’ senz’altro antecedente alla
ristrutturazione del 1754. Contiene
un gruppo in gesso a grandezza
naturale, ormai scolorito dal tempo, e che rappresenta: San Francesco che addita, a chi passa, lo scena straziante di una Maria Madre adolescente, con in grembo
il corpo del Figlio deposto dalla croce. Sulla sinistra, un putto, con in mano la lancia che trafisse il costato di Cristo
ed ai suoi piedi, inciso, il passo di Geremia :
O genti che passate sulla
via fermatevi e guardate se può esistere
un dolore simile al mio.
Il disastroso terremoto
del 1688 arrecò gravi danni al Convento e parte del tetto della chiesetta
crollò. Ci furono gravi danni a cose e
persone il 28 ottobre del 1725, per uno sciame sismico che durò 12 interminabili
giorni. I Frati organizzarono la processione
con il Crocifisso Miracoloso ed i modiglianesi
parteciparono battendosi con chiavi, sassi, rami spinosi che trovavano per
strada, fino a raggiungere la Madonna del Cantone per implorare la cessazione
del flagello.
Il 4 aprile del 1781, altro terremoto,
che fu quasi sterminio a Faenza e Brisighella, a Modigliana invece, procurò i
maggiori danni alla Roccaccia, al Convento dei Cappucci, (crollo del camino
della cucina) Palazzo Pretorio ecc.
L'ultimo restauro antico del Complesso dei Cappuccini è avvenuto, per la
generosità della fam. Ravagli, nel 1797 mentre
negli anni '70 del '900, ha avuto luogo la ristrutturazione per cambio di
destinazione d'uso subito dopo la partenza dell’ultimo cappuccino e
l’acquisizione dell’edificio da parte dell’Accademia degli Incamminati.
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La chiesa ed il Convento erano luoghi di aggregazione molto
frequentati, data la benevolenza che
godevano i Cappuccini a Modigliana.
Nel corso dell’anno vi si celebravano feste e funzioni con grande
concorso di popolo. Memorabile e solenne fu quella celebrata l’8 ottobre 1769, in onore
di San Serafino da Monte Granaro e del Beato Bernardo da Corleone. “….Basti
dire che intervenne perfino una parte della nobiltà faentina, attrattavi dal
desiderio di godere della scelta musical-vocale e strumentale eseguita dai più
rinomati maestri di Romagna di quel tempo; tra i quali Sebastiano Folicardi da
Bagnacavallo, Soprano già nella corte reale di Brunsvick ed il celebre
Campagnoli di Cento, che si distinse nella parte strumentale”. La festa si
articolò su quattro interi giorni fra messe, panegirici e processioni dalle
varie chiese del paese fino alla chiesetta dei Frati, fra canti, strepiti di
trombe e corni da caccia, mortaretti e fuochi d’artificio perfino dagli spalti
della Roccaccia. Per la stessa occasione gli Accademici Incamminati tennero una
bellissima e dotta tornata accademica con intrattenimenti letterari e
musicali.
Così
come il popolo partecipava alle feste dei Cappuccini questi partecipavano agli
avvenimenti fausti o infausti della città.
Questo fino al 1784 quando, cioè, i Frati romagnoli furono barbaramente
cacciati per una meschina ragion di Stato e il Granduca di Toscana, Pietro
Leopoldo, assegnò il Convento ai Cappuccini della Provincia Toscana che vi
rimasero fino alla soppressione napoleonica del 1810. Vi ritornarono nel giugno
del 1815 dopo la restaurazione, ma trovarono un Convento vuoto e devastato,
spoglio d’ogni arredo sacro e profano. La
famosa biblioteca di oltre 3000 volumi smembrata e dispersa fra vari
acquirenti. Una minima parte confluì nella Biblioteca civica modiglianese.
Al
ritorno dei religiosi, nel dicembre del 1815, ripristinate le cose il
Convento ripresa la vita di sempre fino alla successiva soppressione decretata, nel 1866, dal Governo Italiano. Il 9 novembre 1866 abitavano il Convento quattro
Padri, 4 Fratelli e 2 garzoni secolari.
Fra il 10 ed il 16 febbraio del 1867, partirono tutti i
religiosi e non vi rientrarono che nel
novembre dell'anno dopo.
Nel
1871-72 “…essendo le cose religiose d’Italia alquanto più quiete….fu
pensato di aprire un Collegetto serafico
…nel Convento di Modigliana.….non tanto per l’amenità della sua posizione
topografica, quanto per la segregazione da centri più frequentati cui potesse
dar nell’occhio…. Vi fu lasciato in pace
fino all’anno 1881,….. dopo di che fu trasferito altrove”.
Gli
anni passano senza grandi eventi. Il 21 ottobre del 1934 viene inaugurata la
grande croce di fronte alla scalinata e le 14 stazioni della Via Crucis fino
alla chiesa, per commemorare il XIX° centenario "DELL'UMANO
RISCATTO".
Negli
oltre 400 anni di vita nel Convento sono passati numerosi e degnissimo Padri.
Fra questi insigni studiosi, letterati,
storici, pittori, ma anche Venerabili e Beati.
Oltre a questi ricordiamo anche la Terziaria Francescana Ven. Cristina
Fanelli e l'altra Terziaria Suor Francesca Maria di Gesù, al secolo Aldomine
Navesi, che conduceva le devozioni alla Vergine del Patrocinio nella chiesa di
S. Antonio da Padova del Borgo. Morì nel 1762 in concetto di santità.
Negli
anni le attività dei Cappuccini, dato il numero sempre più ridotto dei frati di
stanza a monte Sion, si limitarono soprattutto alle celebrazioni con meno
splendore delle ricorrenza francescane, nel servizio penitenziale e nel tener
viva l'attività del Terz'Ordine Francescano, che si spense fino negli anni '60
per mancanza di adepti.
Affidato
il Convento a P. Flaviano Laghi nel 1967, fu l'unico ad abitarlo fino al 1971
oltre la data della vendita dell'immobile all'Accademia, avvenuta nel 1970.
- Accadimenti straordinari:
1) Viveva qui nell’anno 1567, cioè 6. anni dopo della
fondazione, un Religioso laico di gran
purità di spirito, il quale postosi
dopo il mattutino e meditazione comune in orazione
nella Chiesa, gli parve di udire in Coro alcune soavissime voci, che cantavano;
ed accostatosi alla porta, osservò
d’indi un fare gran luce, e che persone
ben ordinate facevano ivi una
melodia celeste, talché altri non potevano essere se non Angeli; onde ne restò rapito, rinvenuto
poscia in sé e desideroso di vedere e
conoscere più da vicino quelli celesti
Cantori coll’inoltrarsi, sparve in un subito quello splendore, ed ammutolirono le voci, ed ei non vide
più alcuno.
2) Si trovavano li Religiosi di questo
convento l’anno 1584 in gran
necessità, perché essendo caduta
copia straordinaria di neve, fu loro chiuso il passo per andare alla cerca e procacciarsi
il vitto; quando fu udita una voce dal Cielo per le strade di Modigliana, che diceva: «O Paesani, Paesani, soccorrete i
poveri Cappuccini che muojono di fame.» Commossi que’ Terrazzani da tal meraviglioso
parlare per l’aria, si aprirono la strada per la
neve e solleciti con comestibili si portarono al Convento nel tempo appunto,
che que’ poveri Religiosi
porgevano suppliche al Signore perché li provvedesse
di vitto, e narrarono loro la
prodigiosa chiamata" –
Questi due
casi sono riportati anche dal Magnani a p. 73. delle Vite de’ Beati e Venerabili della Diocesi Faentina.
A
causa della soppressione dal governo italiano, il 10 febb. 1867 partirono tutti i Religiosi e qualche mese dopo Francesco Mazzotti (sindaco di quel Convento) lo prese in
affitto dal Demanio e vi installo due frati sacerdoti.
Dopo due giorni che l'abitavano vi fu
fatta scoppiare una piccola castagnola
(dicesi dal delegato di Pubblica Sicurezza) al fine di avere il pretesto per
poter esporre alla Sotto Prefettura di Rocca S. Casciano, che la popolazione di
Modigliana non li voleva.
Il che non era vero; erano contrari solo in 4 o 5 persone.
Il giorno dopo il Delegato disse che se ne andassero e loro se ne
andarono per paura.
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