FRATELLI TUTTI (enciclica papa Francesco) /2 |
06/10/2020 |
Dopo la modernità
Il venire meno della classica razionalità politica moderna, unito all’imperiosa egemonia delle potenze tecno-finanziarie, con la conseguente estinzione del cosiddetto «stato sociale» e la produzione sistemica di disuguaglianze e ingiustizie a livello globale e locale, chiedeva obiettivamente alla Chiesa cattolica lo sforzo di una riconfigurazione di quella che fino a prima di questa enciclica si chiamava la dottrina sociale della Chiesa.
Termine che, appunto, non compare nel testo Fratelli tutti di Francesco – e questo non per allergia personale dell’attuale pontefice verso tutto ciò che sa di dottrinario. Non compare perché il sistema di riferimento che ne permetteva l’articolazione è imploso, scomponendosi in un rivolo di frammenti disgiunti che sembrano essere impossibili da governare.
L’enciclica assume, cordialmente e con coraggio, la sfida di proporre una nuova architettura del mondo e delle relazioni umane, superando l’inerzia cinica che afferma l’impossibilità di ogni ordinamento alternativo a quello attualmente imperante: «Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità. (…)
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