04/12/2020 |
di DON MASSIMO. LEGGERE QUESTO TEMPO / 6 Come in ogni cambio d’epoca, cambiano i punti
di riferimento dell’uomo, non di certo l’uomo: l’umano resta. Certamente
possono essere assunte delle prospettive che lo schiacciano, che non rendono
ragione di quella dimensione verticale che c’è dentro l’essere umano e che ne
denota la trascendenza: quell’ulteriore, direttamente connesso alla unicità,
riconosciuto dalla fede quale creazione di Dio. Siamo creature chiamate a un
destino che va oltre, che è ultraterreno. Il lavoro intellettuale che c’è da
fare deve evitare che le comprensioni intenzionali dell’umano ignorino
l’ulteriore che è proprio della condizione umana, quella base del nostro essere,
quel nostro saper guardare oltre, quella nostra capacità di affacciarci sulla
soglia del mistero. Tenere accesa la fiamma del mistero nell’orizzonte della
contemporaneità è ciò che io vedo ora quale missione intellettuale. (Paolo
Benanti, scrittore)
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