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Itinerario Artistico-Spirituale n° 6: MADONNA DEL CANTONE
14/05/2014

ITINERARI ARTISTICO-SPIRITUALI MODIGLIANESI - (n° 6)

Madonna del Cantone                                di Enzo Staffa

  INTRODUZIONE

Nella pubblicazione il  “SANTUARIO DEL CANTONE -  Appunti di Storia Modiglianese”, il Can.co Giuseppe Del Monte  riporta una poesia di cui non menziona l’autore, pubblicata nel Numero Unico edito dalla Tipog. Sociale - Modigliana, in occasione dell’insediamento del Vescovo Mons. Capotosti, nel 1908.

            A te si dee la gloria!...Se terribilemadonna_cantone_esterno_rid.jpg

Morbo c’invase o guerra

O fiera fame o se muggendo orribile

Spesso tremò la terra,

Madre, nel tempio immota

Confortasti la turba ansia e devota.”

L’ignoto poeta ricorda chiaramente i 4 flagelli dai quali, come la tradizione vuole, la Vergine ha scampato la nostra città nel corso dei secoli. Il pittore Silvestro Lega li ha illustrati nelle famose 4 lunette, facendone degli ex-voto, che qualche nostro avo, lungimirante, buon conoscitore dell’animo umano e del detto “Passata la Festa gabbato lo Santo”, ha voluto incidere su marmo a imperitura memoria, e fissare sulla facciata del Santuario a chiaro monito per i modiglianesi! Ma a nulla è valso nonostante il perenne invito della:

Lapide posta sopra la porta del Santuario:   A Dio Ottimo e Massimo

Chiunque tu sia che entri in questo tempio, la Vergine volgarmente detta del Cantone, Madre di Cristo è pietra angolare, qual tua protettrice, colle sovvenzioni, colla preghiera, col voto, venera.

 

La lapide posta sulla sinistra  recita:      A Dio Ottimo e Massimo

Per essere stato protetto miracolosamente il castello, dal terremoto che travagliò i paesi circonvicini, l’anno 1661, i Modiglianesi, nel dì 22 marzo, il tempio della Vergine Madre di Dio, denominata dal Cantone, con processione solenne, promettono di visitare ogni anno, per voto.

 

Quella di destra recita:      A Dio Ottimo e Massimo

Per essere stato respinto il furore della peste, l’anno 1630, rimanendone esente il castello ed incolume la popolazione, i Modiglianesi, a dì 21 novembre, in questo tempio della Vergine Madre di Dio, volgarmente detta del Cantone, ogni anno con processione solenne, ringraziamenti e voto, rinnovano.

 

Questi voti, questi solenni impegni, nell’ultimo secolo, come minimo, sono stati bellamente dimenticati. Colpa dei preti, oserei dire, che sanno il latino, depositari di quel linguaggio, di quella lingua “morta”, sconosciuta ai più, che ha fatto sì che quelle promesse divenissero, col tempo, “lettera morta”. Loro avrebbero dovuto mantenerne vivo il ricordo e richiamarci al dovere ogni anno… Nessun modiglianese si sarebbe tirato indietro!

Ma, grazie a Dio, da un prete è arrivata la riscossa! C’è voluta la ventata di intensa religiosità portata da Don Massimo per far vergognare un po’ i Modiglianesi e riportarli in massa a dire ancora “Grazie” alla Madre Celeste ed a pregarla di non distogliere lo sguardo dalle nostre case, dai nostri animi, e soprattutto dai nostri bambini, perché possano affrontare un  futuro oscuro, incerto, con la certezza della Sua protezione!

Incominciamo a riscattarci iniziando con la Processione Vicariale di sabato 24 e la Festa dell’Unità Pastorale di domenica 25 maggio, (i programmi dettagliati sono sul ”Ponte” e nelle locandine affisse un po’ in giro, come pure gli orari delle tradizionali visite guidate, nel Santuario del Cantone, nell’ambito degli Itinerari Artisti Religiosi Modiglianesi da me curati).

ITINERARIO


Il Santuario di Nostra Donna delle Grazie[1] vulgo Beata Vergine del Cantone  [...]” fu costruito forse nel XV sec. a ridosso dell’angolo (cantone) dell’abside della Pieve di S. Stefano PM per la devozione a un’immagine della Madonna affrescata sul muro”[2].

            Inizialmente l’immagine era protetta da una tettoia poi da piccola celletta, successivamente, da tabernacolo.

            Scrive ancora Don Becattini :

 

            La Madonna del Cantone non esisteva certamente come chiesa, poiché non è ricordata nella visita Marchesini (1573), al quale non poteva sfuggire dal momento che annota ogni più piccolo tabernacolo anche rurale.  

            […] Il primo tabernacolo prende forma di celletta, che poi ingrandita, diventerà il Santuario ricordato dal Card. Rossetti, Vescovo di Faenza, nella sua visita del 1643.”[3]

           

            G. Poggiolini scrive[4]:  “ […]  La piccola cappella è andata man mano ingrandendo sino ad assumere l’attuale forma nel secolo scorso (XVIII)  […]

 

            Dall’Archivio Vescovile appare che : “La Madonna del Cantone è ricordata per la prima volta nel 1612”[5]  quando don Domenico Signani lascia tutti i suoi averi alla Madonna del Cantone. Nel sinodo del Card. Rossetti, Vescovo di Faenza,  (1643-1681) sono ricordati i lasciti a favore della stessa chiesina in poderi, case, vigne ecc. Ricorda pure i benefici ed i legati per Messe.

 

            [...] “La Comunità, nel 1624 (Partiti, c. 67) si preoccupa per l’acqua che veniva giù dalla Madonna del Cantone. Le condutture poi, che passano sotto il muro e sotto l’altare fino oltre la cancellata, ed altri provvedimenti, non ne hanno arrestato l’infiltramento”[6]

 

Dall’Archivio Storico del Comune di Modigliana si rileva:  il Santuario o la Madonna vengono ricordati nei Partiti o nei Saldi per le processioni, le Messe e le cerimonie speciali di intercessione e ringraziamento per gli scampati pericoli della peste ma, in modo particolare, dei terremoti degli anni 1632-33-61 - 85; 1725-45-81 e 82.[7]

 

Nell’Archivio Vescovile di Modigliana la Madonna del Cantone è ricordata per il terremoto del 1661 e per la sollevazione popolare del 1799. In particolare per lo scampato pericolo del Priore Filippo Traversari che, durante una manifestazione di piazza, si trovava davanti ad un archibugio che “sgrillettò” ma la cui polvere, per miracolo, non prese fuoco.[8

L’attuale aspetto della chiesina è quello che le diede il Priore Francesco Saverio Violani fra imadonna_cantone__fig_2_rid.jpgl 1744 ed il 1759. Il successore, nipote dello stesso Violani, completò i lavori. Nel 1795 detto Priore, Jacopo Filippo Traversari, donò l’altare, (iscrizione al piede del paliotto) e due anni dopo l’ancona dorata (iscrizioni alla base delle due semicolonne in marmo).

L’altare è privilegiato e Gregorio XVI, con bolla del 17 giugno 1831 concede l’indulgenza plenaria, a chi si accosti ai Sacramenti e preghi secondo  l’intenzione del Papa nei giorni della Natività di Maria, del 21 nov. (peste del 1630) , del 22 mar. (terremoto del 1661) e 19 maggio (1358) S. Pudenziana.

Nel 1858, in riconoscenza per la scampata epidemia di colera (1855), all’interno del Santuario furono effettuati importantissimi restauri. Il marmista Oreste Sandrini eseguì la pavimentazione del presbiterio con ambrogette. Il fabbro Assunto Ghetti di Modigliana costruì ed installò la cancella in ferro svedese con ornamenti in ferro fuso (importo dell’opera £480,5).

Nello stesso anno (1858) furono montate le prime due lunette del Lega (dei 4 ex-voto commissiontigli, nel 1857, da Giacomo Puntaroli Presidente della Pia Opera della Madonna del Cantone), mentre le ultime due furono montate nel 1863 (importo dell’opera: £ 478,80) che andarono a sostituire altrettante decorazioni monocrome di soggetto simile.

Nel 1874-5 il Vescovo Leonardo Giannotti fece rifare il pavimento della navata in marmo di Carrara.

Il 12 maggio 1918 fu riaperta al culto la chiesa dopo una chiusura di 10 mesi per una ripulitura e decorazione generale dell’Oratorio.

Il Can.co Rodolfo Baccherini vi aveva dipinto:  4 figure di Santi nelle volte del presbiterio. In quattro, delle 6 piccole lunette sopra l’altare, degli angeli che agitano dei turiboli, nella quinta dei bambini che cantano le litanie e nella sesta la preghiera del popolo. Sotto la cornice, tutto in giro, un fascione con invocazioni a Maria.

Il rivestimento in marmo delle pareti invece fu eseguito nel 1935 e probabilmente in quella occasione tutte le decorazioni suddette furono ricoperte dalla mano di bianco che si vede attualmente.

Nel 1938 fu rifatto il pavimento della navata e con speciale permesso Papale, il Vescovo Massimiliani, il 1° maggio dello stesso anno, incoronò l’effige “nomine Pontificis”  con corone d’oro e pietre preziose e collane di corallo e granata, ottenute con l’alienazione, regolarmente autorizzata dall’autorità religiosa, degli ex-voto che adornavano le pareti del Presbiterio e delle cose preziose come candelabri d’argento, monili, anelli e colliers con pietre preziose etc., donate nel corso dei secoli per grazia ricevuta. (Valore recuperato circa 2000 Lire).  

LUNETTE : Le quattro lunette (ex-voto) che ne ornano gli archi ciechi della navata e che sostituiscono altre pitture a chiaroscuro sullo stesso tema, sono copie fotografiche su tela degli originali dipinti fra il 1858 ed il 1863 dal grande pittore concittadino Silvestro Lega. Rappresentano le calamità da cui la Madonna protesse Modigliana nel corso dei secoli e cioè:

-       la peste del 1630 (quella ricordata dal Manzoni), il colera del 1855, la terribile “spagnola”.

-       la carestia del 1563 e 1589. Di quegli anni i cronisti di Faenza e Brisighella raccontano “che si moltiplicavano i mendicanti che, sfiniti, cadevano morti per le vie”, mentre a Modigliana e dintorni i morti furono pochi.

-       il terremoto del 1648, del 22 marzo 1661, in concomitanza con un eclisse di sole, quello lungo 20 giorni del 1725, e quello del 1816.

-        la guerra: lo sventato assalto del 1358, il temuto assedio del 1643 e dell’insurrezione del 1799 contro la dominazione francese. 

Le lunette originali sono custodite all’interno dell’ex-Vescovado. 

Due di dette calamità sono menzionate anche sulle lapidi poste sulla facciata del Santuario. Quella sulla sinistra dell’ingresso infatti ricorda il disastroso terremoto del 1661 e quella di destra la terribile pestilenza del 1630 ai quali la B.V. del Cantone scampò i modiglianesi. I testi recitano:

Centrale       

                        D.O.M.

TEMPLUM HOC QUISQUIS INGREDERIS  VIRGINEM VULGO DEL CANTONE MATREM CHRISTI QUI LAPIS EST ANGULARIS. PROTECTRICEM TUAM OPE, PRECE, VOTO VENERARE.

 

                           Dio Ottimo e Massimo

Chiunque tu sia che entri in questo tempio, la Vergine volgarmente detta del Cantone, Madre di Cristo è pietra angolare, qual tua protettrice, colle sovvenzioni, colla preghiera, col voto, venera.

 

 

Sinistra 

                                                                                               D.O.M.

PROTECTO DIVINITUS OPPIDO A TERRAEMOTU FINITIMA LOCA VEXANTE ANNO MDCLXI MUTILIANENSES DIE XXII MARTII AEDEM DEIPARAE VIRGINIS DAL CANTONE NUNCUPATAM SOLEMNI PROCESSIONE QUOTANNIS ADERUNT  EX-VOTO.

 

                            Dio Ottimo e Massimo

Per essere stato protetto miracolosamente il castello, dal terremoto che travagliò i paesi circonvicini, l’anno 1661, i Modiglianesi, nel dì 22 marzo, il tempio della Vergine Madre di Dio, denominata dal Cantone, con processione solenne, promettono di visitare ogni anno, per voto.  

                                                                                              D.O.M.

 Destra

FURORE PESTIS REPULSO ANNO MDCXXX INDEMNI OPPIDO ET POPULO INCOLUMI MUTILIANENSES DIE XXI NOVEMBRIS IN HOC DEIPARAE VIRGINIS TEMPLO VULGO DEL CANTONE QUOTANNIS PROCESSIONE SOLEMNI GRATES ET  VOTUM  PERSOLVUNT.

 

                              Dio Ottimo e Massimo

Per essere stato respinto il furore della peste, l’anno 1630, rimanendone esente il castello ed incolume la popolazione, i Modiglianesi, a dì 21 novembre, in questo tempio della Vergine Madre di Dio, volgarmente detta del Cantone, ogni anno con processione solenne, ringraziamenti e voto, rinnovano

L'AFFRESCO


Trattasi, forse, della rappresentazione in toto del  dipinto originale con elaborazione  del  trono con l’intenzione, forse, si impreziosire la dedica.  madonna_cantone__affresco_madonna_fig_4_rid.png

Il cartiglio alla base recita infatti:

 

“ VERA EFFIGE BEATÆ VIRGINIS VULGO DAL CANTONE

MUTILIANÆ TERRÆ

AD VERSUS BELLI, PESTIS, AC TERRÆMOTUS FLAGELLA

MIRIFICUM ET SINGULARE PRÆSIDIUM

ILLUSTRISSIMO VIRO

ALEXANDRO BURGHIO

A CAMILLO LIVERANO EJUSDEM TERRÆ PRIORE

DICATA

 

La scheda  della Soprintendenza ai Beni Artistici, di questa opera, recita:

 

“Affresco molto rimaneggiato di scuola Faentina inizio sec. XVI”

 

Le dimensioni dell’immagine attuale sono: larg. 116 x 112 cm. di altezza ca.

 

Rappresenta la Vergine seduta con il capo inclinato sulla spalla destra, che regge sulle madonna_cantone__madonna_grazie_fig_5_rid.pngginocchia Gesù Bambino nudo in piedi. Questi con la destra benedice e con la sinistra stringe una rondine simbolo di serenità, pace dell’anima e dell’uomo.  Confrontando il Bambino di Figg. 4 e 6 con quello di Fig.5, si nota che il velo che gli copriva gl’inguini, (retaggio del “Braghettone”) è stato rimosso, forse, 50-60 anni fa, danneggiando l’affresco in quel punto.

 

Il Can.co Giuseppe Del Monte[1] scrive a pag. 7 e succ.:

 

[...] “Ignorasi l’autore dell’affresco. Forse è opera di qualche artista del sec. XIV, che volle lasciare del suo passaggio un ricordo a questa Terra, sempre prodiga di cortese ospitalità. Disegnato a punta, in origine fu eseguito in un colore solo – ocra rossa o sangue di drago – e fu ritoccato alla fine del ‘700 tingendo in celeste il manto.  La Tribuna dell’altare  impedisce di vederlo per intero. Non è un capolavoro: tuttavia dimostra nel pittore buon gusto e non spregevoli cognizioni di arte. Si conserva ancora nonostante l’umidità dei muri, che indarno cercarono togliere l’industria e l’arte, e che fece rovinare la parte inferiore del dipinto, essendo caduto l’intonaco, (cfr. Fig.4 con Fig. 5) che, quantunque senza crepe, trovasi in cattive condizioni.  […]  E già il nostro Campadelli (Opere postume, Archi, Faenza 1778) fino dai suoi tempi, ne considerava come un prodigio la conservazione [...] 

Ed ancora a pag. 9 : “Lo sviluppo del culto si attribuisce ad una ragione storica”.

Forse il Canonico fa riferimento proprio alla stessa incursione della soldataglia di cui alla ipotesi del Poggiolini, esposta qui di seguito. 

 

Giuseppe Poggiolini[2] ipotizza che l’affresco in questione, fosse già sul posto nel 1358, al momento dell’intervento della Vergine[3] in aiuto all’intraprendenza delle donne modiglianesi, che permise di sventare il sacco del paese da parte della soldataglia della Gran Compagnia al comando del Conte Lando Alemanno.

 Aggiunge, infatti, il Del Monte a pagg. 15 e 16:

 

“Parve ed era straordinario l’avvenimento, e alla Madonna del Cantone, cui le nostre donne  stringendosi al petto i teneri bambini avevano sospirato nel timore e nel pericolo, […]

 

Era il 19 maggio del 1358 pertanto il dipinto era antecedente a questa data.madonna_cantone__beata_vergine_fig_6_rid.png

 

Secondo l’opinione, invece, del dott. Antonio Corbara, condivisa dal dott. Giordano Viroli e da altri interpellati da don V. Becattini, l’affresco:

 

[...] “è opera stilisticamente appartenente al gruppo faentino tipo S. Maglorio, della Madonna di Pieve del Tho e della Pietà del Monte dei Pegni di Faenza (sec. XVI)” [4] [...] “

Scrive don Becattini a proposito dell’ignoto autore e della data ipotizzata dai critici suddetti:

 

[...]”quando nel 1556 (vedi Partiti c. 762) scoppiò una delle tante pestilenze [...]  forse un pittore locale (esistevano allora i Fanelli, i Fognani ecc.) dietro commissione, dipinse la Madonna [...] scegliendo non una posizione dominante, ma un luogo di passaggio, un posto da imbattersi; insomma proprio quel “cantone.[5]” [...]



[1] G. Del Monte : Il Santuario del Cantone”  Appunti di Storia Modiglianese  - seconda edizione -  Faenza 1921 - Coop. Tipografia  Popolare.

[2] G. Poggiolini: “ Cenni storici sulla Città di Modigliana”- Tip. Mazzocchi – Borgo S. Lorenzo – 1931- pagg. 62-63

[3] Ibidem pag. 62: L’Anonimo citato dall’A. scriveva: “…mentre i nemici passavano dinanzi alla Vergine del Cantone (il punto più stretto della via della Pieve),  rimanevano all’improvviso trambusto come assonnati e ciechi in buia notte.”

[4] V. Becattini : “Modigliana e i suoi Santuari Mariani -   Faenza – Tipografia Faentina – 1988 – pagg. 16 e 41. A  pag. 17 aggiunge:  “E’ opinione che miracolosamente apparisse a nostro comune vantaggio in quell’angolo…”

[5] V. Becattini : “Modigliana e i suoi Santuari Mariani -   Faenza – Tipografia Faentina – 1988 ibid. pag. 41


[1] G. Del Monte “Il Santuario del Cantone”  Faenza - Coop. Tipografica  Popolare -  1921 - pag. 21

[2] L. Savelli : “Guida di Modigliana”  III Ed. Offset  Ragazzini – Faenza  1995  - pag.  29  

[3] V. Becattini : “Modigliana e i suoi Santuari Mariani -   Faenza – Tipogr.  Faentina – 1988 – pagg.41-42.

[4] G. Poggiolini: “Cenni Storici sulla Città di Modigliana”. Vol.I°   Tipografia  Mazzocchi  Borgo  S. Lorenzo

       (Fi) – 1931  - pag. 63.

[5] V. Becattini : “Modigliana e i suoi Santuari Mariani -   Faenza – Tipografia  Faentina – 1988  pag. 45

[6] G. Del Monte “Il Santuario del Cantone”  Faenza  - Coop. Tipografia  Popolare  - 1921 - pag. 79,  nota 2

[7] V. Becattini : “Modigliana e i suoi Santuari Mariani” -   Faenza – Tipografia Faentina – 1988,  pagg. 42-45

[8]     ibid.  pag. 47

 Commenti (1)Add Comment
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Scritto da gian paolo guerra-affezzionato romagnolo a Modigliana, 08 aprile 2020, 11:10
E' semplicemente meraviglioso il servizio che ho visitato sul sito.Per curiosità avevo fatto visita alla chiesina,ma ero sprovvisto di informazioni adeguate.Complimenti,sarò orgoglioso,appena finirà la quarantena,di venira a salutare Don Massimo e suonare l'organo (se saranno finiti i lavori !!auguri di buona Pasqua a Voi tutti

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