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Itinerario Artistico-Spirituale n° 9: La cripta del Duomo
19/12/2014
  di E. Staffa
La cripta del Duomo                                             

Se si chiede a bruciapelo  ad un modiglianese dov'è la Cripta del Duomo, aggrotterà un attimo le sopracciglia e...: "A sì,ingresso_cripta_rid.jpg vuol dire la chiesa del Signor Morto..., vada dritto poi al semaforo..." E' così, infatti, che viene indicata da sempre: Lè gésa dè Signôr Môrt  da quando, nel 1549, vi fu collocato, e tutt'ora esposto, il gruppo ligneo del "Compianto sul Cristo morto".  Fino ai primi anni del 2000 aveva un aspetto un po' lugubre; buia e con sette statue spettrali, paludate di nero, ammassate nella nicchia centrale e rese appena visibili da qualche candela accesa. A noi bambini faceva paura. Merito del compianto Don Bassetti se ora non è più così.

Questo ambiente è la cripta dell'antica Pieve di S. Stefano P.M. che, come scrive il Can.co Giuseppe Del Monte[1], fu fondata nel 410 da San Esuberanzio, Vescovo di Ravenna, di probabili origini modiglianesi.  La Pieve, distrutta da terremoti ed incendi, è stata riedificata e ristrutturata varie volte nel corso di questi 16 secoli. Della costruzione romanica originale però non rimane che la Cripta, molto rimaneggiata, ed una colonna in mattoni nella soprastante Concattedrale. Ovviamente questo Oratorio ha seguito le vicissitudini della Pieve e subìto ristrutturazioni e modifiche fino a divenire, nel 1920, Sacrario dei Caduti in Guerra.

Entrando, murata sulla parete di sinistra, vi è una prima serie di 30 fotografie, su ceramica, di altrettanti soldati morti nella guerra '15 - '18. Una seconda serie di 31, è separata da una lapide con testo commemorativo dello Scolopo Padre Manni. Segue una prima grande lapide con incisi 106 nomi di miglianesi caduti. Una lastra di marmo con i volti di tre dei nove Vescovi  di Modigliana, dipinti su grandi ceramiche, ne ricorda la tumulazione in corrispondenza dell'Altar Maggiore della soprastante Concattedrale. A seguire una seconda grande lapide con incisi altri 108 nomi di concittadini caduti della 1^  Guerra Mondiale.

Nella nicchia di fondo, a sinistra, 60 ovali con i volti di soldati modiglianesi caduti nel corso della 2^ Guerra Mondiale, appena un terzo circa degli effettivi, e a destra altri 45 ritratti delle vittime civili del bombardamento aereo di Modigliana del 16 ottobre 1944. Un grande bassorilievo in ceramica monocroma, opera dell'artista locale Vincenzo Stagnani, eseguito fra il 1962 e il '63, ricorda, con monito scritto, le vittime di tutte le guerre, occupa la parete di fondo. Di fronte alla nicchia successiva la moderna mensa in pietra serena e, murato, a destra, il Tabernacolo, compongono la cappella invernale.  All'estrema destra, chiuso da grande cancellata, il gruppo delle sette statue del Compianto sul Cristo morto.

ITINERARI  ARTISTICO-SPIRITUALI  MODIGLIANESI  -  (9)

La cripta del Duomo

cripta_altare_rid.jpgA Modigliana la Cripta del Duomo, non viene comunemente chiamata tale, ma, da sempre:  lè gésa dè Signôr Môrt  perché, dal  1549, vi si venera il gruppo del Compianto sul Cristo morto. Fino ai primi anni del 2000 la chiesina aveva un aspetto un po' lugubre, buia e con le statue, paludate di nero, ammassate in una nicchia e rese appena visibili da qualche candela accesa. Merito dell'intervento radicale, voluto da Don Bassetti[1], se non è più così.

Questo locale, di poco più di 100 mq. è, effettivamente, la cripta della Pieve di S. Stefano P.M. che, come scrive il Can.co Giuseppe Del Monte[2], fu fondata nel 410 da San Esuberanzio, Vescovo di Ravenna, di probabili origini modiglianesi.  La Pieve, distrutta o danneggiata da terremoti ed incendi, è stata riedificata e ristrutturata varie volte nel corso di questi 16 secoli. Della costruzione romanica originale non rimane che la Cripta, molto rimaneggiata, ed una colonna in mattoni con capitello in arenaria lavorato a greche, situata nello spazio alle spalle della Cappella del Santissimo, in testa alla navata destra della Concattedrale.

Ovviamente la Cripta ha seguito le vicissitudini della vecchia Pieve.  

Attualmente la sua struttura:

[...] "si presenta completamente ricoperta di intonaco e totalmente priva di frammenti scultorei. Gli indizi, al fine di poter svolgere una qualche indagine e avanzare qualche ipotesi, sono pochi e scarsamente leggibili.

L'ambiente è strutturato su dodici pilastrini a pianta quadrangolare, alti circa due metri, che sorreggono voltine di due metri e settanta circa d'interasse, perché si notano alcune differenze, assai indicative, sebbene minime, suddivise in tre aree: nella prima, che occupa l'area sottostante la zona absidale, possono notarsi quattro pilastrini di maggiore spessore degli altri, e i interno_cripta_rid.jpgsottarchi di maggior rilievo: queste differenze possono indicare la struttura più antica e originaria. In questa zona la cripta si presenta semicircolare all'interno e poligonale all'esterno: usuale caratteristica dell'architettura ravennate deuterobizantina.

Cripta : vista interna  (2003)

La seconda zona presenta i sottarchi appena segnati (due centimetri) con modesto rilievo e presenta un interasse tra i pilastrini di poco maggiore, (chiaramente di epoca successiva). La terza, completamente liscia con voltine a crociera semplice e con interasse minore (è tipica del settecento).  Si può ipotizzare siano i segni di tre momenti costruttivi, avvenuti durante il corso dei secoli, e di cui non è rimasta traccia documentaria. 

            Per trovare qualche notizia nei documenti bisogna giungere alla metà del ‘700.  Nel 1752 il Priore Francesco Saverio Violani concede la cripta della Pieve, posta sotto il presbiterio, «in volta con colonne» alla Compagnia del SS. Sacramento, detta dei Battuti Bianchi, e dopo aver benedetto l'altare e l'oratorio[3], vi pone la Madonna del Buon Consiglio. La compagnia dei Battuti Bianchi provvede, nel 1784, a rifare «quattro colonne che reggono il volto delle Pieve, tutto il salicciato e fatto sbassare il pavimento della cripta». Da queste scarne notizie si può ricavare soltanto la sostituzione di quattro colonne, che spiega la differenza di spessore già notata (quaranta centimetri di larghezza, mentre le altre sono più sottili). L'ipotesi più probabile è che la cripta originaria fosse il settore attuale con i sottarchi in rilievo e struttura su quattro pilastrini [4].

Infatti  [...] "la Compagnia del Corpus Domini (o del SS. Sacramento n.d.r.) è detta comunemente dei Bianchi, non tanto dalle cappe che i confratelli portano bianche, quanto ancora perché tale Compagnia ebbe origine dalla Congregazione detta dei Battuti Bianchi l'anno 1399. [...] Dapprima questa Compagnia era eretta nella Pieve, poscia fatta compra dell'Ospizio, che i PP. Osservanti di Brisighella tenevano nella contrada della Pieve, vi alzò a proprio uso una chiesa dedicata a S. Antonio Abate con ospitale pe' pellegrini..." [5]

[...] "A Modigliana, nel 1415, la Compagnia dei Battuti Bianchi, meritevole di aver fondato il primo ospedale per gl'infermi, aveva, successivamente, la sua Cappella nella Cripta della Pieve di S. Stefano, dove si venerava, con particolare devozione, la Passione e Morte di Gesù Salvatore. Nel 1549 la Compagnia vi collocava il gruppo di sette statue di legno dipinto del Compianto, presumibilmente di scuola toscana e databili attorno al 1400..." [6]  

cripta_caduti_rid.jpgPoco più di un secolo dopo, nel testamento di Hieronimo del fu Vincenzo Ravagli di Ser Jacopo da Modigliana,  stilato l'8  dicembre  1503,  si  conferma  che  la Confraternita della B. Maria dei Battuti Bianchi, risulta essere sita nella Pieve di S. Stefano di Modigliana.

Più di un'assegnazione ex-novo della Cripta alla Compagnia dei Battuti Bianchi da parte del Priore Violani nel 1752, (come riportato sopra dal Savelli), si può ipotizzare si trattasse di una riconsegna dopo anni ed a seguito di lavori di ristrutturazione come si può desumere dal fatto di «aver benedetto l'altare e l'Oratorio».  Da allora non si riscontrano molte notizie sulla Cripta se non dopo la 1^ Guerra Mondiale quando viene nuovamente ristrutturata per divenire, nel 1920, Sacrario dei Caduti di Guerra.

Entrando, murata sulla parete di sinistra, vi è una prima serie di 30 fotografie, su ceramica, vittime_umana_barbarie_rid.jpg

di altrettanti soldati morti nella guerra '15 - '18. Una seconda serie di 31, è separata da una lapide con testo commemorativo dello Scolopo Padre Manni.

Segue una prima grande lapide con incisi 106 nomi di miglianesi caduti.

Il Sacello di alcuni Vescovi di Modigliana interrompe la sequela delle ricordanze del Sacrario Caduti.  Una lastra di marmo. infatti, con i volti di tre dei nove Vescovi  di Modigliana, dipinti su grandi ceramiche, ne ricorda la tumulazione in corrispondenza dell'Altar Maggiore della soprastante Concattedrale.  A seguire una seconda grande lapide con incisi altri 108 nomi di concittadini caduti della 1^  Guerra Mondiale.

Nella nicchia di fondo, a sinistra, 60 ovali con i volti di soldati modiglianesi caduti nel corso della 2^ Guerra Mondiale, appena un terzo circa degli effettivi, e a destra altri 45 ritratti delle vittime civili del bombardamento aereo di Modigliana del 16 ottobre 1944. Un grande bassorilievo in ceramica monocroma, opera dell'artista locale Vincenzo Stagnani, eseguito fra il 1962 e il '63, ricorda, con monito scritto, le vittime di tutte le guerre, occupa la parete di fondo.

In testa alla navata centrale, di fronte all'ingresso, dove, nella nicchia, fino ai primi anni del 2000, era posizionato il gruppo del Compianto, vi è ora una moderna e suggestiva mensa in pietra serena che, assieme al Tabernacolo, murato

sulla destra, al centro di una decorazione circolare in legno, e l'ambone stilizzato in ferro, compongono l'essenziale di una confortevole cappella invernale. 

Disposizione dell'Oratorio del Gesù Morto  ante ristrutturazione degli anni 2000.

cripta_disposizione_oratorio_ante_ristrutturazione_2_rid.jpgAll'estrema destra, dove un tempo c'era l'anonimo altare in muratura di cui sopra, ora, dietro grande cancellata, è esposto il gruppo restaurato delle sette statue del Compianto sul Cristo morto.

Poco più di un anno dopo la presentazione al pubblico delle cripta_disposizione_oratorio_ante_ristrutturazione_rid.jpgstatue restaurate, esattamente domenica 29 ottobre 2006, la chiesa del "Gesù Morto", nonché Sacrario dei caduti delle due guerre mondiali, delle vittime civili modiglianesi dell'ultimo conflitto, e sacello dei Vescovi della ex-Diocesi di Modigliana, completamente risanata e  ristrutturata negli Il gruppo del Compianto riposizionato al posto dell'altare.  impianti e negli arredi, è stata   riaperta al culto con il gruppo del Compianto restaurato, posto in una nuova è più consona collocazione e disposizione, approvata  dalle Soprintendenze di Bologna e Ravenna, ed ispirata a quella riportata nella stampa del 1549, riportata qui di seguito.

Il Cristo posto orizzontalmente, fianco destro al pubblico, S. Giovanni e la Madre presso il capo, Maria di Salomé, Maria di Cleofa e lungo il fianco opposto, S. Nicodemo e la Maddalena ai piedi; quest'ultima regge il sudario.

In alto corre la scritta:    "QUI . MARE . QUI . TERRAS . QUI . CONTINET . OMNIA.

SOLUS IPSE . IUBET .  MORTIS . TE .  MEMINISSE .       SUAE".             - LUIO MDXLVIIII -[7]

Sul lato destro (in verticale):   " MORTO QUI JACE QUEL GRAN NAZARENO   SOL  PER TRARCI  A QUEL CELESTE SENO"

Alla base: "ANTICO  SIMULACRO  DI  GESU'  MORTO,  CHE  SI  VENERA  NELLA

CHIESA  DELLA VENERABILE COMPAGNIA DEL  SS.mo SACRAMENTO DI   MODIGLIANA".
antico_compianto.jpg

[...]" La rappresentazione della PIETA' o della Vergine che in pianto adora il suo Divin Figlio deposto dalla Croce, sembra si sia stabilita, prima che altrove, nell'arte gotica tedesca del XIV sec., mentre è raro trovarla nell'arte medievale italiana."

[8]

Viste frontale e laterali della nuova disposizione del Compianto dopo i lavori. (2006)
cripta_vista_frontale_compianto_rid.jpg

L'impatto d'insieme è ora molto piacevole. Gli strepitosi colori del ‘400 delle statue, messi in risalto dalle speciali lampade dicroiche (accese solo su richiesta), la perfetta leggibilità delle figure, fin nei loro minimi e sorprendenti dettagli, rendono la presenza del gruppo molto più pregnante; un punto focale straordinario, per la piccola chiesa, e per la tradizionale devozione popolare. L'imponente inferriata non disturba affatto la visione d'insieme ma, al contrario, con i suoi elementi decorativi che si raccordano stilisticamente con gli arredi fissi e mobili della chiesa, contribuisce a dare una nota di sobria eleganza, preziosità e bellezza a tutto l'ambiente.

E questo, i Modiglianesi, specie i familiari dei caduti delle due guerre e le persone di una certa età, molto devote a viste_laterali_compianto_2_rid.jpgquesto Simulacro, lo hanno apprezzato moltissimo.    


Viste del gruppo ligneo del "Compianto sul Cristo Morto" conservato nella cripta della Concattedrale di S. Stefano in Modigliana



[1] Priore di S. Stefano P.M. dal 1° ottobre 1984 al 2013. Intervento cripta dal 2000 al 2006. Deceduto il 18 ottobre 2014.

[2] G. Del Monte: "Il Santuario del Cantone " - Appunti di Storia modiglianese - Faenza 1921 - Coop. Tipografica Popolare

[3] "Il 27 giugno 1764 Giacomo Filippo Traversari, Priore,  incaricato con lettera dal Vescovo Cantoni di Faenza, benedice l'oratorio e l'Altare della Comp.  del SS.mo Sacramento detta dei Battuti Bianchi. Fatto nella stanza che prima era della Pieve ma ceduta alla prefata Comp.ia dal mio Antecessore di f.m. Sig. Priore Francesco Saverio Violani"
cripta_vista_frontale_compianto_rid.jpg
[4] L. Savelli "La cripta della Pieve di S. Stefano di Modigliana -  Estratto da Ravennatensia" n° XIII, 1991 pag. 93 del Centro Studi e Ricerche sull'Antica Provincia Ecclesiastica Ravennate. - Amici dell'Arte - Faenza.

[5]  V. Becattini: "Libro degli statuti del Comune di Modigliana 1384 - 1762" Ediz. Tipografia Faentina 1986. - pag. 162.

[6] .. da un vecchio scritto del defunto Priore di S. Bernardo Mons. Francesco Mancorti.

Il maggior esperto italiano di Compianti, invece, Massimo Ferretti, nella sua pubblicazione "La scultura nel Quattrocento - Storia delle arti figurative a Faenza"  - Edit Faenza - 2011, a pag. 40 e succ.,  scrive che il gruppo è stato realizzato intorno al 1415 in una bottega di Faenza.

[7] Colui che domina il mare e le terre e tutte le cose, lui stesso ti ordina di ricordare la sua morte. Luglio 1549

[8] F. Mancorti, "Il gruppo della "PIETA' " nella cripta dell'antica Pieve di S. Stefano di Modigliana- "Almanacco"  edito dalla Università Popolare di S. Domenico di Modigliana - 1991 pagg. 85-88.


[1] G. Del Monte: "Il Santuario del Cantone " - Appunti di Storia modiglianese - Faenza 1921 - Coop. Tip. Popolare

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