di E. Staffa
La cripta
del Duomo
Se
si chiede a bruciapelo ad un
modiglianese dov'è la Cripta del Duomo, aggrotterà un attimo le sopracciglia e...: "A sì, vuol dire la chiesa del
Signor Morto..., vada dritto poi al semaforo..." E' così, infatti, che
viene indicata da sempre: Lè gésa dè
Signôr Môrt da quando, nel 1549, vi fu collocato, e tutt'ora
esposto, il gruppo ligneo del "Compianto
sul Cristo morto". Fino ai
primi anni del 2000 aveva un aspetto un po' lugubre; buia e con sette statue
spettrali, paludate di nero, ammassate nella nicchia centrale e rese appena
visibili da qualche candela accesa. A noi bambini faceva paura. Merito del
compianto Don Bassetti se ora non è più così.
Questo
ambiente è la cripta dell'antica Pieve di S. Stefano P.M. che, come scrive il
Can.co Giuseppe Del Monte[1], fu
fondata nel 410 da San Esuberanzio, Vescovo di Ravenna, di probabili origini
modiglianesi. La Pieve, distrutta da
terremoti ed incendi, è stata riedificata e ristrutturata varie volte nel corso
di questi 16 secoli. Della costruzione romanica originale però non rimane che
la Cripta, molto rimaneggiata, ed una colonna in mattoni nella soprastante
Concattedrale. Ovviamente questo Oratorio ha seguito le vicissitudini della
Pieve e subìto ristrutturazioni e modifiche fino a divenire, nel 1920, Sacrario
dei Caduti in Guerra.
Entrando, murata sulla
parete di sinistra, vi è una prima serie di 30 fotografie, su ceramica, di
altrettanti soldati morti nella guerra '15 - '18. Una seconda serie di 31, è
separata da una lapide con testo commemorativo dello Scolopo Padre Manni. Segue
una prima grande lapide con incisi 106 nomi di miglianesi caduti. Una lastra di
marmo con i volti di tre dei nove Vescovi di Modigliana, dipinti su grandi ceramiche, ne
ricorda la tumulazione in corrispondenza dell'Altar Maggiore della soprastante
Concattedrale. A seguire una seconda grande lapide con incisi altri 108 nomi di
concittadini caduti della 1^ Guerra
Mondiale.
Nella nicchia di fondo, a sinistra, 60 ovali con i volti
di soldati modiglianesi caduti nel corso della 2^ Guerra Mondiale, appena un
terzo circa degli effettivi, e a destra altri 45 ritratti delle vittime civili
del bombardamento aereo di Modigliana del 16 ottobre 1944. Un grande
bassorilievo in ceramica monocroma, opera dell'artista locale Vincenzo Stagnani,
eseguito fra il 1962 e il '63, ricorda, con monito scritto, le vittime di tutte
le guerre, occupa la parete di fondo. Di
fronte alla nicchia successiva la moderna mensa in pietra serena e, murato, a
destra, il Tabernacolo, compongono la cappella invernale. All'estrema destra, chiuso da grande
cancellata, il gruppo delle sette statue del Compianto sul Cristo morto.
ITINERARI ARTISTICO-SPIRITUALI MODIGLIANESI - (9)
La cripta
del Duomo
A
Modigliana la
Cripta del Duomo, non viene comunemente chiamata tale, ma, da sempre: lè gésa
dè Signôr Môrt perché, dal 1549,
vi si venera il gruppo del Compianto sul
Cristo morto. Fino ai primi anni del 2000 la chiesina aveva un aspetto un
po' lugubre, buia e con le statue, paludate di nero, ammassate in una nicchia e
rese appena visibili da qualche candela accesa. Merito dell'intervento radicale,
voluto da Don Bassetti[1], se non è più così.
Questo locale, di poco più di 100 mq. è, effettivamente,
la cripta della Pieve di S. Stefano P.M. che, come scrive il Can.co Giuseppe
Del Monte[2], fu fondata nel 410 da San
Esuberanzio, Vescovo di Ravenna, di probabili origini modiglianesi. La Pieve, distrutta o danneggiata da
terremoti ed incendi, è stata riedificata e ristrutturata varie volte nel corso
di questi 16 secoli. Della costruzione romanica originale non rimane che la
Cripta, molto rimaneggiata, ed una colonna in mattoni con capitello in arenaria
lavorato a greche, situata nello spazio alle spalle della Cappella del
Santissimo, in testa alla navata destra della Concattedrale.
Ovviamente la Cripta ha seguito le
vicissitudini della vecchia Pieve.
Attualmente la sua struttura:
[...] "si presenta completamente ricoperta di intonaco e totalmente priva di
frammenti scultorei. Gli indizi, al fine di poter svolgere una qualche indagine
e avanzare qualche ipotesi, sono pochi e scarsamente leggibili.
L'ambiente è strutturato su dodici pilastrini a pianta quadrangolare,
alti circa due metri, che sorreggono voltine di due metri e settanta circa
d'interasse, perché si notano alcune differenze, assai indicative, sebbene
minime, suddivise in tre aree: nella prima, che occupa l'area sottostante la
zona absidale, possono notarsi quattro pilastrini di maggiore spessore degli
altri, e i sottarchi di maggior rilievo: queste differenze possono indicare la
struttura più antica e originaria. In questa zona la cripta si presenta semicircolare all'interno
e poligonale all'esterno: usuale caratteristica dell'architettura ravennate
deuterobizantina.
Cripta : vista interna
(2003)
La seconda zona presenta i sottarchi
appena segnati (due centimetri) con modesto rilievo e presenta un interasse tra
i pilastrini di poco maggiore, (chiaramente
di epoca successiva). La terza,
completamente liscia con voltine a crociera semplice e con interasse minore (è
tipica del settecento). Si può ipotizzare siano i segni di tre momenti
costruttivi, avvenuti durante il corso dei secoli, e di cui non è rimasta
traccia documentaria.
Per
trovare qualche notizia nei documenti bisogna giungere alla metà del ‘700. Nel 1752 il Priore Francesco Saverio Violani
concede la cripta della Pieve, posta sotto il presbiterio, «in volta con
colonne» alla Compagnia del SS.
Sacramento, detta dei Battuti Bianchi, e dopo aver benedetto l'altare e
l'oratorio[3],
vi pone la Madonna del Buon Consiglio. La compagnia dei Battuti Bianchi
provvede, nel 1784, a rifare «quattro colonne che reggono il volto delle Pieve,
tutto il salicciato e fatto sbassare il pavimento della cripta». Da queste
scarne notizie si può ricavare soltanto la sostituzione di quattro colonne, che
spiega la differenza di spessore già notata (quaranta centimetri di larghezza,
mentre le altre sono più sottili). L'ipotesi più probabile è che la cripta
originaria fosse il settore attuale con i sottarchi in rilievo e struttura su
quattro pilastrini [4].
Infatti [...] "la
Compagnia del Corpus Domini (o del SS. Sacramento n.d.r.) è detta comunemente dei Bianchi, non tanto dalle cappe che i confratelli portano bianche,
quanto ancora perché tale Compagnia ebbe origine dalla Congregazione detta dei Battuti Bianchi l'anno 1399. [...] Dapprima
questa Compagnia era eretta nella Pieve, poscia fatta compra dell'Ospizio, che
i PP. Osservanti di Brisighella tenevano nella contrada della Pieve, vi alzò a
proprio uso una chiesa dedicata a S. Antonio Abate con ospitale pe'
pellegrini..." [5]
[...] "A
Modigliana, nel 1415, la Compagnia dei Battuti
Bianchi, meritevole di aver fondato il primo ospedale per gl'infermi, aveva,
successivamente, la sua Cappella nella Cripta della Pieve di S. Stefano, dove
si venerava, con particolare devozione, la Passione e Morte di Gesù Salvatore.
Nel 1549 la Compagnia vi collocava il gruppo di sette statue di legno dipinto
del Compianto, presumibilmente di scuola toscana e databili attorno al 1400..."
[6]
Poco più di un secolo dopo, nel testamento di Hieronimo del fu Vincenzo
Ravagli di Ser Jacopo da Modigliana,
stilato l'8 dicembre 1503,
si conferma che la
Confraternita della B. Maria dei Battuti Bianchi, risulta essere sita
nella Pieve di S. Stefano di Modigliana.
Più di un'assegnazione ex-novo della Cripta alla Compagnia dei Battuti
Bianchi da parte del Priore Violani nel 1752, (come riportato sopra dal
Savelli), si può ipotizzare si trattasse di una riconsegna dopo anni ed a
seguito di lavori di ristrutturazione come si può desumere dal fatto di «aver benedetto l'altare e l'Oratorio». Da allora non si riscontrano molte notizie
sulla Cripta se non dopo la 1^ Guerra Mondiale quando viene nuovamente
ristrutturata per divenire, nel 1920, Sacrario dei Caduti di Guerra.
Entrando, murata sulla parete
di sinistra, vi è una prima serie di 30 fotografie, su ceramica, 
di altrettanti
soldati morti nella guerra '15 - '18. Una seconda serie di 31, è separata da
una lapide con testo commemorativo dello Scolopo Padre Manni.
Segue una prima
grande lapide con incisi 106 nomi di miglianesi caduti.
Il Sacello di alcuni Vescovi di
Modigliana interrompe la sequela delle ricordanze del Sacrario Caduti. Una lastra di marmo. infatti, con i volti di
tre dei nove Vescovi di Modigliana,
dipinti su grandi ceramiche, ne ricorda la tumulazione in corrispondenza
dell'Altar Maggiore della soprastante Concattedrale. A seguire una seconda grande lapide con incisi
altri 108 nomi di concittadini caduti della 1^
Guerra Mondiale.
Nella nicchia di fondo, a sinistra, 60 ovali con i volti
di soldati modiglianesi caduti nel corso della 2^ Guerra Mondiale, appena un
terzo circa degli effettivi, e a destra altri 45 ritratti delle vittime civili
del bombardamento aereo di Modigliana del 16 ottobre 1944. Un grande
bassorilievo in ceramica monocroma, opera dell'artista locale Vincenzo
Stagnani, eseguito fra il 1962 e il '63, ricorda, con monito scritto, le
vittime di tutte le guerre, occupa la parete di fondo.
In testa alla navata centrale, di
fronte all'ingresso, dove, nella nicchia, fino ai primi anni del 2000, era
posizionato il gruppo del Compianto, vi è ora una moderna e suggestiva mensa in
pietra serena che, assieme al Tabernacolo, murato
sulla destra, al centro di una decorazione
circolare in legno, e l'ambone stilizzato in ferro, compongono l'essenziale di
una confortevole cappella invernale.
Disposizione dell'Oratorio del Gesù Morto ante ristrutturazione degli anni 2000.
All'estrema destra, dove un
tempo c'era l'anonimo altare in muratura di cui sopra, ora, dietro grande
cancellata, è esposto il gruppo restaurato delle sette statue del Compianto sul Cristo morto.
Poco più di un anno dopo la presentazione al pubblico
delle statue restaurate, esattamente domenica
29 ottobre 2006, la chiesa del "Gesù
Morto", nonché Sacrario dei caduti delle due guerre mondiali, delle vittime
civili modiglianesi dell'ultimo conflitto, e sacello dei Vescovi della
ex-Diocesi di Modigliana, completamente
risanata e ristrutturata negli Il gruppo del
Compianto riposizionato al posto dell'altare. impianti e negli
arredi, è stata riaperta
al culto con il gruppo del Compianto restaurato, posto in una nuova è più
consona collocazione e disposizione, approvata
dalle Soprintendenze di Bologna e Ravenna, ed ispirata a quella
riportata nella stampa del 1549, riportata qui di seguito.
Il Cristo
posto orizzontalmente, fianco destro al pubblico, S. Giovanni e la Madre presso
il capo, Maria di Salomé, Maria di Cleofa e lungo il fianco opposto, S.
Nicodemo e la Maddalena ai piedi; quest'ultima regge il sudario.
In alto corre la
scritta: "QUI . MARE
. QUI . TERRAS . QUI . CONTINET . OMNIA.
SOLUS IPSE . IUBET . MORTIS . TE
. MEMINISSE . SUAE". - LUIO
MDXLVIIII -[7]
Sul lato destro (in
verticale): " MORTO QUI JACE
QUEL GRAN NAZARENO SOL PER TRARCI A QUEL CELESTE SENO"
Alla base: "ANTICO
SIMULACRO DI GESU'
MORTO, CHE SI
VENERA NELLA
CHIESA DELLA VENERABILE
COMPAGNIA DEL SS.mo SACRAMENTO
DI MODIGLIANA".
[...]" La rappresentazione della PIETA' o della Vergine che in pianto adora
il suo Divin Figlio deposto dalla Croce, sembra si sia stabilita, prima che
altrove, nell'arte gotica tedesca del XIV sec., mentre è raro trovarla
nell'arte medievale italiana."
[8]
Viste
frontale e laterali della nuova disposizione del Compianto dopo i lavori.
(2006)
L'impatto
d'insieme è ora molto piacevole. Gli strepitosi colori del ‘400 delle statue,
messi in risalto dalle speciali lampade dicroiche (accese solo su richiesta),
la perfetta leggibilità delle figure, fin nei loro minimi e sorprendenti
dettagli, rendono la presenza del gruppo molto più pregnante; un punto focale
straordinario, per la piccola chiesa, e per la tradizionale devozione popolare.
L'imponente inferriata non disturba affatto la visione d'insieme ma, al
contrario, con i suoi elementi decorativi che si raccordano stilisticamente con
gli arredi fissi e mobili della chiesa, contribuisce a dare una nota di sobria
eleganza, preziosità e bellezza a tutto l'ambiente.
E
questo, i Modiglianesi, specie i familiari dei caduti delle due guerre e le
persone di una certa età, molto devote a questo Simulacro, lo hanno apprezzato
moltissimo.
Viste del gruppo ligneo del "Compianto sul Cristo Morto" conservato nella cripta
della Concattedrale di S. Stefano in Modigliana
[1] Priore di S. Stefano P.M. dal 1° ottobre 1984 al 2013.
Intervento cripta dal 2000 al 2006. Deceduto il 18 ottobre 2014.
[2] G. Del Monte: "Il Santuario del Cantone " - Appunti di Storia modiglianese -
Faenza 1921 - Coop. Tipografica Popolare
[3] "Il 27 giugno 1764 Giacomo
Filippo Traversari, Priore, incaricato
con lettera dal Vescovo Cantoni di Faenza, benedice l'oratorio e l'Altare della
Comp. del SS.mo Sacramento detta dei
Battuti Bianchi. Fatto nella stanza che prima era della Pieve ma ceduta alla
prefata Comp.ia dal mio Antecessore di f.m. Sig. Priore Francesco Saverio
Violani"

[4] L. Savelli "La cripta della Pieve di S. Stefano di Modigliana - Estratto da Ravennatensia" n° XIII, 1991 pag.
93 del Centro Studi e Ricerche sull'Antica Provincia Ecclesiastica Ravennate. -
Amici dell'Arte - Faenza.
[5] V.
Becattini: "Libro degli statuti del
Comune di Modigliana 1384 - 1762" Ediz. Tipografia Faentina 1986. - pag.
162.
[6]
.. da un vecchio scritto del defunto Priore di
S. Bernardo Mons. Francesco Mancorti.
Il maggior esperto italiano
di Compianti, invece, Massimo Ferretti, nella sua pubblicazione "La scultura nel Quattrocento - Storia
delle arti figurative a Faenza" - Edit
Faenza - 2011, a pag. 40 e succ., scrive
che il gruppo è stato realizzato intorno al 1415 in una bottega di Faenza.
[7]
Colui che domina il mare e le terre e
tutte le cose, lui stesso ti ordina di ricordare la sua morte. Luglio 1549
[8] F. Mancorti, "Il
gruppo della "PIETA' " nella cripta dell'antica Pieve di S. Stefano di
Modigliana- "Almanacco" edito dalla
Università Popolare di S. Domenico di Modigliana - 1991 pagg. 85-88.
[1]
G. Del Monte: "Il Santuario del
Cantone " - Appunti di Storia modiglianese - Faenza 1921 - Coop. Tip.
Popolare
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