Home arrow Arte e storia arrow Itinerario Artistico-Siprituale n. 12: "Nutrimenta Animi"
 
Home
Parrocchia
Contatti
Orario Sante Messe
Momenti di preghiera
Confessioni
Calendario mensile
Calendario pastorale
Appuntamenti e avvisi
Comunicazioni del parroco
Oggi in parrocchia
Documenti
Foto vita parrocchiale
Sguardi di bellezza
Arte e storia
Volti di ieri e di oggi
Giubileo Modigliana
Le nostre valli
Comunità e luoghi religiosi
Città di Modigliana
Passi nello spirito
Idee e riflessioni
Sottolineature
Briciole per l'anima
Video per riflettere
L'angolo del sorriso
Avvisi dalla diocesi
APPARTAMENTO STORICO DEL VESCOVADO
_____MU.VE_____ MUSEO DI ARTE MODERNA
Comitato di amicizia
 
Itinerario Artistico-Siprituale n. 12: "Nutrimenta Animi"
13/01/2016
" NUTRIMENTA  ANIMI":  

i  frutti  della  terra

nella   simbologia   dei 

paramenti  liturgici



Una Mostra particolare


Nella ricerca fra gli armadi della Sacrestia Grande della Concattedrale di Modigliana,  del materiale congruo per la Mostra di cui al tema qui sopra, è apparso subito chiaro che la scelta si sarebbe orientata, soprattutto sui corredi utilizzati dai Celebranti nelle funzioni religiose della Chiesa ante Concilio Vaticano II°.  Dal 1962 una ventata di ammodernamento e di semplificazione, tutta a vantaggio della comprensione e partecipazione attiva dell'Assemblea dei fedeli, ha sconvolto le secolari tradizioni della Chiesa, spazzando via il latino, riti ed orpelli obsoleti, specie nelle funzioni religiose presiedute dai Vescovi Diocesani.

Via troni sormontati da baldacchini posti a Cornu Evangeli nei presbiteri delle Cattedrali, via le lunghe vestizioni coram populo con strati sovrapposti di sontuosi e pesanti paramenti sulle esili spalle di Presuli non più giovanissimi, in preparazione di solenni Pontificali. Via caudatari e luciferari a reggere strascichi e anacronistiche "bugie" per illuminare le pagine di pesanti messali appoggiati sulle teste rapate di servizievoli seminaristi.  Via le balaustre che chiudevano i presbiteri ai non addetti ai lavori ed in particolare alle donne. Via le celebrazioni con i Ministri che volgevano le spalle ai fedeli presenti.  Non più pulpiti ma pratici microfoni; spazio alla musica leggera nei canti in italiano accompagnati da chitarre e tamburelli, a scapito di suoni celestiali o di stupefacenti "pieni" d'organo, di brani musicali, vere e proprie opere d'arte di grandi musicisti, e del monocorde e mistico canto Gregoriano.

Abbiamo così ripescato dal fondo di innumerevoli armadi vecchie e pesanti pianete impreziosite da elaborati e straordinari ricami. Camici, cotte e biancheria d'altare, con alte balze di pizzi e trine, stole e piviali tempestati di gemme incastonate in ori e argenti, fra  cui ricercare "i frutti della terra".  E questa scelta è stata un'ulteriore discriminante che ci ha costretti a rinunciare, a malincuore,  a esibire paramenti di pregio e di importanza storica, nonché straordinari ricami di sapienti aghi monacali.

ll risultato delle nostre lunghe e laboriose ricerche è ora esposto nell'Appartamento Storico dei Vescovi di Modigliana, dal 22 maggio al 31 luglio 2015.
mostra_paramenti.jpg

Riassunto per presentazione   
del 22 maggio 2015 ore 18,00

NUTRIMENTA ANIMI

Nella ricerca fra gli armadi della Sacrestia Grande della Concattedrale di Modigliana,  del materiale congruo per la Mostra di cui al tema qui sopra, è apparso subito chiaro che la scelta si sarebbe orientata, soprattutto sui corredi utilizzati dai Celebranti nelle funzioni religiose della Chiesa ante Concilio Vaticano II°.  Dal 1962 una ventata di ammodernamento e di semplificazione, tutta a vantaggio della comprensione e partecipazione attiva dell'Assemblea dei fedeli, ha sconvolto le secolari tradizioni della Chiesa, spazzando via il latino, riti ed orpelli obsoleti, specie nelle funzioni religiose presiedute dai Vescovi Diocesani.

Via troni sormontati da baldacchini posti a Cornu Evangeli nei presbiteri delle Cattedrali, via le lunghe vestizioni coram populo con strati sovrapposti di sontuosi e pesanti paramenti sulle esili spalle di Presuli non più giovanissimi, in preparazione di solenni Pontificali. Via caudatari e luciferari a reggere strascichi e anacronistiche "bugie" per illuminare le pagine di pesanti messali appoggiati sulle teste rapate di servizievoli seminaristi.  Via le balaustre che chiudevano i presbiteri ai non addetti ai lavori ed in particolare alle donne. Via le celebrazioni con i Ministri che volgevano le spalle ai fedeli presenti.  Non più pulpiti ma pratici microfoni; spazio alla musica leggera nei canti in italiano accompagnati da chitarre e tamburelli, a scapito di suoni celestiali o di stupefacenti "pieni" d'organo, di brani musicali, vere e proprie opere d'arte di grandi musicisti, e del monocorde e mistico canto Gregoriano.

Abbiamo così ripescato dal fondo di innumerevoli armadi vecchie e pesanti pianete impreziosite da elaborati e straordinari ricami. Camici, cotte e biancheria d'altare, con alte balze di pizzi e trine, stole e piviali tempestati di gemme incastonate in ori e argenti, fra  cui ricercare "i frutti della terra".  E questa scelta è stata un'ulteriore discriminante che ci ha costretti a rinunciare, a malincuore,  a esibire paramenti di pregio e di importanza storica, nonché straordinari ricami di sapienti aghi monacali.

ll risultato delle nostre lunghe e laboriose ricerche è ora esposto nell'Appartamento Storico dei Vescovi di Modigliana, dal 22 maggio al 31 luglio 2015.


I frutti della terra nella simbologia dei paramenti liturgici         conservati nella Sacrestia grande della Concattedrale di Modigliana

La preparazione di questa ultima esibizione non è stata impresa semplice data la notevole mole di materiale da esaminare e valutare prima e da esporre in modo adeguato poi.

Buona parte proviene dalla dotazione propria della ex-Cattedrale, cui è stato aggiunto, nel corso di oltre 60 anni, tutto il materiale confluito, nella ex-Curia diocesana, per la chiusura delle numerose parrocchie rurali a causa dello spopolamento delle campagne.

Purtroppo  la decorazione floreale è quella che la fa da padrone sulla stragrande maggioranza degli apparati e paramenti esaminati. Ci sono pezzi impreziositi da straordinari lavori di ricamo ad intaglio, all'uncinetto, con applicazioni di trine e pizzi  straordinari, che strappavano vari "oh!" di meraviglia, durante la lunga cernita.

I paramenti moderni, in particolare camici e cotte, saranno pochi in mostra in quanto molto meno ricamati o decorati di quelli più antichi.  

- E stato subito chiaro che avremmo trovato numerosi rif. solo nei paramenti ante Vaticano II° - 1962, cioè quelli della liturgia in lingua latina secondo il Messale di S. Pio V°  instaurato dopo il Concilio di Trento -  (1545-63)

I simboli religiosi non sono la realtà che rappresentano ma la richiamano immediatamente. Per le loro caratteristiche di semplicità, immediatezza ed universalità, facilitano la comprensione e la diffusione di concetti-chiave della religione. Le immagini sacre (quadri, affreschi, mosaici, statue) sono altrettanti simboli che aiutano la preghiera  e rafforzano la devozione.

Era ovvio perciò che, specie la parte posteriore dei paramenti fosse la più ricca di simboli dal momento che, durante le funzioni religiose, i celebranti volgevano la schiena all'assemblea.

- I colori sono un primo significativo simbolismo :

Verde
: ordinarietà

Rosso: martirio, Pentecoste e Passione

Bianco o Oro: la Festa, la solennità

Viola : Quaresima, Avvento e Defunti

L'essenzialità della vita è rappresentate con simboli come :   pane = grano; vino = uva, mentre i concetti chiave della Religione sono espressi con l'acqua = Grazia Divina; olio = unzione sacramentale, il sale, il lievito, la colomba, il pellicano, l'agnello, il pesce, IXθYΣ:   « ησοῦς Χριστός Θεoῦ Υιός Σωτήρ (Iesùs CHristòs THeù HYiòs Sotèr) » "Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore" il delfino, la balena, la cerva, il favo.

La colomba
rappresentazione dello Spirito Santo

l'agnello come simbolo sacrificale

il pellicano che nutre i suoi piccoli con la propria carne 

il pesce è divenuto simbolo di Cristo per le sue lettere greche IXθYΣ: « ησοῦς Χριστός Θεoῦ Υιός Σωτήρ (Iesùs CHristòs THeù HYiòs Sotèr) » "Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore".

il delfino: legato al dio Apollo e divenuto simbolo del Salvatore (Gesù Cristo) perché si pensava che i delfini potessero salvare i naufraghi.

la balena che inghiotte il profeta Giona e lo rigetta dopo tre giorni, chiara allusione ai tre giorni di permanenza del Cristo nel sepolcro.

la cerva assetata che, come si dice nei salmi, rappresenta lo spirito umano che anela a Dio

il favo che stilla il vero miele come il Cristo che infonde dolcezza all'uomo con la Sua Parola.

Non solo i  paramenti del Celebrante ma anche i lini d'altare riportano simboli oltre a ricordare momenti significativi della storia della Chiesa, per es.:

- la casula: deriva dai paludamenti di antica foggia rappresentati nei mosaici bizantini e nei dipinti dell'alto Medioevo.

- la pianeta: riduzione e semplificazione della casula divenuta, nel corso dei secoli, troppo spessa e pesante, per facilitare i movimenti del celebrante.

- il piviale: è indumento derivante da cappa protettiva contro agenti atmosferici avversi.  E' indossato al posto della casula o pianeta per funzioni liturgiche sacramentali ed al di fuori della Messa es.: esequie, battesimi, benedizioni, processioni.

- la palla: piccola pezzuola di lino quadrata ed inamidata che copre il calice dopo la consacrazione del vino, da eventuali cadute, al suo interno, di insetti. Se, disgraziatamente  accadeva e il vino consacrato non poteva essere bevuto, veniva versato in un apposito contenitore coperto, posto a fianco al tabernacolo, contenente acqua per l'abluzione delle dita del Sacerdote che aveva distribuito la Comunione al di fuori della Messa. Nello stesso vaso vi finivano anche le ostie o frammenti di esse che cadevano in terreno sporco o dalla bocca di ammalati etc. o che, per qualsiasi altra ragione, non potevano essere assunte.  Si attendeva che la particola si fosse sciolta ed il liquido di detto vaso veniva versato nel terriccio di una pianta ma mai in uno scarico.

- ombrellino:  anticamente veniva tenuto sopra il capo del sacerdote che trasportava il Santissimo come simbolo regale non solo all'esterno ma anche all'interno delle chiese stesse.

- la veste talare:  tipico abito lungo e fittamente abbottonato sul davanti. (I bottoni, mi raccontava il sarto Camurani che, a suo tempo le faceva, dovevano essere 33 come gli anni del Signore. Le vesti poste sui nostri manichini, però, non ne hanno più di 24. Un'ulteriore semplificazione?)  Di colore nero per i sacerdoti a ricordo dell'impegno penitenziale, è porpora e rosso per i vescovi ed i cardinali  a ricordare loro l'impegno alla difesa della fede fino all'effusione del sangue, di colore bianco qualche veste di missionari nelle stagioni e nei paesi molto caldi del mondo, per ovvie ragioni fisiche, mentre è obbligatoria esclusivamente per il Santo Padre.

Un doveroso ringraziamento devo esprimerlo pubblicamente a due persone in particolare:  Claudia Baldoni e Gualtiero Matteucci;  senza il loro pronto ed instancabile aiuto questa mostra non si sarebbe realizzata in tempi così brevi e con questo risultato. Non dimentico, comunque, le gentili Signore che si sono occupare dell'accurata pulizia di questi locali.

NOTA: Grazie alla maggiore ricchezza e varietà della simbologia ricamata o decorata sui paramenti, vengono esposti, soprattutto, quelli utilizzati prima del Concilio Vaticano Secondo, quando le funzioni liturgiche veniva celebrate in     latino e secondo il Messale di S. Pio V° instaurato dopo il Concilio di Trento.  I paramenti moderni, in particolare camici e cotte, sono molto meno ricamati o decorati di quelli più antichi.             

Viene data una breve spiegazione solo dei paramenti esposti.

Le chiese cattoliche di Rito Latino utilizzavano e utilizzano i seguenti paramenti liturgici:   

  • amitto:  è sempre bianco.  Va sulle spalle del celebrante e legato in vita.

  • camice:  è indossato dal celebrante ed è sempre bianco.

  • cingolo:  in genere è bianco ma anche del colore liturgico del giorno.

  • stola: è del colore liturgico del giorno; è indossata in modo diverso dal sacerdote o dal diacono. E' il segno distintivo dei ministri ordinati (vescovo, presbitero, diacono).

  • manipolo: è del colore liturgico del giorno. (Veniva utilizzato prima della riforma del Concilio Vaticano Secondo).

  • casula: è paramento tipico della Messa. Viene indossata dal sacerdote sopra la stola. E' sempre del colore liturgico del giorno.  Deriva dai paludamenti di antica foggia rappresentati nei mosaici bizantini e nei dipinti dell'alto Medioevo.

  • pianeta: riduzione e semplificazione della casula divenuta troppo spessa e pesante nel corso dei secoli, per facilitare i movimenti del celebrante.

  • piviale: è indossato al posto della casula o pianeta per funzioni liturgiche sacramentali ed al di fuori della Messa es.: esequie, battesimi, benedizioni,   processioni. E' indumento derivante da cappa protettiva contro agenti atmosferici avversi. 

  • cotta: è di colore bianco e viene indossata sulla veste talare, come abito corale o per azioni liturgiche al di fuori della messa, eventualmente insieme alla stola.

  • velo omerale: usato per le funzioni liturgiche che coinvolgono il SS. Sacramento

  • velo copricalice: (Veniva utilizzato prima della riforma del Concilio Vaticano Secondo).

  • busta per corporale: proteggeva il corporale da eventuale insudiciamento. (Veniva utilizzato prima della riforma del Concilio Vaticano Secondo).

  • corporale:  tessuto quadrato di lino inamidato su cui si celebra la liturgia eucaristica.

  • purificatoio: pezzuola di lino pieghettata per pulire ed asciugare i vasi sacri.

  • palla: piccola pezzuola di lino quadrata ed inamidata che copre il calice dopo la consacrazione da eventuali cadute, al suo interno, di insetti o altro.

  • canopeo: ornavano la parte frontale del Tabernacolo ed erano del colore liturgico del giorno.

  • copripisside:  ornamento di stoffa a protezione della preziosità  del vaso sacro e del suo contenuto.

  • ombrellino:  anticamente veniva tenuto sopra il capo del sacerdote che trasportava il Santissimo come simbolo regale non solo all'esterno ma anche all'interno delle chiese.

  • dalmatica : veste liturgica indossata dai diaconi per il servizio all'altare.

  • veste talare:  tipico abito lungo e fittamente abbottonato sul davanti. Di colore nero per i sacerdoti a ricordo dell'impegno penitenziale, porpora e rosso per i vescovi ed i cardinali  a ricordare dell'impegno alla difesa della fede fino all'effusione del sangue, bianco esclusivamente per il Santo Padre.

 Commenti (0)Add Comment

 Scrivi un commento
quote
bold
italicize
underline
strike
url
image
quote
quote

security code
Trascrivi nello spazio sottostante i caratteri che appaiono nella riga qui sopra e procedi all’invio del commento, ma tieni presente che questo vuole essere uno spazio di confronto positivo, quindi eventuali messaggi con spirito polemico o contenenti offese, insulti o termini non consoni allo spirito del sito saranno rimossi.


busy
 
< Avanti   Indietro >
 
AGESCI
ANSPI
Azione Cattolica
Oratorio ACR
Catechisti, educatori...
Catechismo Sacramenti
Cammini di fede giovani
Incontri adulti e genitori
Gruppi caritativi
Pietre Vive Modigliana
Ministeri
Ultimi contenuti

 
Sito realizzato con Joomla! - Copyright 2024 Parrocchia di Modigliana