Nella
ricerca fra gli armadi della Sacrestia Grande della Concattedrale di
Modigliana, del materiale congruo per la
Mostra di cui al tema qui sopra, è apparso subito chiaro che la scelta si
sarebbe orientata, soprattutto sui corredi utilizzati dai Celebranti nelle
funzioni religiose della Chiesa ante Concilio Vaticano II°. Dal 1962 una ventata di ammodernamento e di
semplificazione, tutta a vantaggio della comprensione e partecipazione attiva
dell'Assemblea dei fedeli, ha sconvolto le secolari tradizioni della Chiesa, spazzando
via il latino, riti ed orpelli obsoleti, specie nelle funzioni religiose
presiedute dai Vescovi Diocesani.
Via
troni sormontati da baldacchini posti a Cornu
Evangeli nei presbiteri delle Cattedrali, via le lunghe vestizioni coram populo con strati sovrapposti di
sontuosi e pesanti paramenti sulle esili spalle di Presuli non più
giovanissimi, in preparazione di solenni Pontificali. Via caudatari e
luciferari a reggere strascichi e anacronistiche "bugie" per
illuminare le pagine di pesanti messali appoggiati sulle teste rapate di
servizievoli seminaristi. Via le
balaustre che chiudevano i presbiteri ai non addetti ai lavori ed in
particolare alle donne. Via le celebrazioni con i Ministri che volgevano le
spalle ai fedeli presenti. Non più
pulpiti ma pratici microfoni; spazio alla musica leggera nei canti in italiano
accompagnati da chitarre e tamburelli, a scapito di suoni celestiali o di
stupefacenti "pieni" d'organo, di brani musicali, vere e proprie
opere d'arte di grandi musicisti, e del monocorde e mistico canto Gregoriano.
Abbiamo
così ripescato dal fondo di innumerevoli armadi vecchie e pesanti pianete
impreziosite da elaborati e straordinari ricami. Camici, cotte e biancheria d'altare,
con alte balze di pizzi e trine, stole e piviali tempestati di gemme
incastonate in ori e argenti, fra cui
ricercare "i frutti della terra".
E questa scelta è stata un'ulteriore discriminante che ci ha costretti a
rinunciare, a malincuore, a esibire paramenti
di pregio e di importanza storica, nonché straordinari ricami di sapienti aghi
monacali.
ll
risultato delle nostre lunghe e laboriose ricerche è ora esposto
nell'Appartamento Storico dei Vescovi di Modigliana, dal 22 maggio al 31 luglio
2015.
Riassunto per presentazione
del 22 maggio 2015 ore 18,00
NUTRIMENTA ANIMI
Nella ricerca fra gli armadi della
Sacrestia Grande della Concattedrale di Modigliana, del materiale congruo per la Mostra di cui al
tema qui sopra, è apparso subito chiaro che la scelta si sarebbe orientata,
soprattutto sui corredi utilizzati dai Celebranti nelle funzioni religiose
della Chiesa ante Concilio Vaticano II°. Dal 1962 una ventata di ammodernamento e di
semplificazione, tutta a vantaggio della comprensione e partecipazione attiva
dell'Assemblea dei fedeli, ha sconvolto le secolari tradizioni della Chiesa, spazzando
via il latino, riti ed orpelli obsoleti, specie nelle funzioni religiose
presiedute dai Vescovi Diocesani.
Via
troni sormontati da baldacchini posti a
Cornu
Evangeli nei presbiteri delle Cattedrali, via le lunghe vestizioni
coram populo con strati sovrapposti di
sontuosi e pesanti paramenti sulle esili spalle di Presuli non più
giovanissimi, in preparazione di solenni Pontificali. Via caudatari e
luciferari a reggere strascichi e anacronistiche "bugie" per
illuminare le pagine di pesanti messali appoggiati sulle teste rapate di
servizievoli seminaristi. Via le
balaustre che chiudevano i presbiteri ai non addetti ai lavori ed in
particolare alle donne. Via le celebrazioni con i Ministri che volgevano le
spalle ai fedeli presenti. Non più
pulpiti ma pratici microfoni; spazio alla musica leggera nei canti in italiano
accompagnati da chitarre e tamburelli, a scapito di suoni celestiali o di
stupefacenti "pieni" d'organo, di brani musicali, vere e proprie
opere d'arte di grandi musicisti, e del monocorde e mistico canto Gregoriano.
Abbiamo
così ripescato dal fondo di innumerevoli armadi vecchie e pesanti pianete
impreziosite da elaborati e straordinari ricami. Camici, cotte e biancheria d'altare,
con alte balze di pizzi e trine, stole e piviali tempestati di gemme
incastonate in ori e argenti, fra cui
ricercare "i frutti della terra".
E questa scelta è stata un'ulteriore discriminante che ci ha costretti a
rinunciare, a malincuore, a esibire paramenti
di pregio e di importanza storica, nonché straordinari ricami di sapienti aghi
monacali.
ll
risultato delle nostre lunghe e laboriose ricerche è ora esposto
nell'Appartamento Storico dei Vescovi di Modigliana, dal 22 maggio al 31 luglio
2015.
I frutti della terra nella simbologia dei
paramenti liturgici conservati
nella Sacrestia grande della Concattedrale di Modigliana
La
preparazione di questa ultima esibizione
non
è stata impresa semplice data la notevole
mole di materiale da esaminare e valutare prima e da
esporre in modo adeguato poi.
Buona
parte proviene dalla
dotazione propria
della ex-Cattedrale, cui è stato aggiunto,
nel corso di oltre 60 anni, tutto il materiale
confluito, nella ex-Curia diocesana, per la
chiusura delle numerose parrocchie rurali a causa dello
spopolamento delle campagne.
Purtroppo la
decorazione
floreale è quella che la fa da padrone sulla stragrande maggioranza degli
apparati e paramenti esaminati. Ci sono pezzi impreziositi da straordinari
lavori di ricamo ad intaglio, all'uncinetto, con applicazioni di trine e
pizzi straordinari, che strappavano vari
"oh!" di meraviglia, durante
la lunga cernita.
I
paramenti moderni, in
particolare camici e cotte, saranno pochi in mostra in quanto
molto meno ricamati o decorati di quelli
più antichi.
- E stato subito chiaro che avremmo
trovato numerosi rif. solo nei paramenti ante
Vaticano II° - 1962, cioè quelli della liturgia in
lingua latina secondo
il Messale di S. Pio V° instaurato dopo il
Concilio di Trento - (1545-63)
I
simboli religiosi
non sono
la realtà che rappresentano ma
la
richiamano immediatamente. Per le loro caratteristiche di
semplicità, immediatezza ed universalità,
facilitano la
comprensione e la
diffusione di concetti-chiave della religione. Le
immagini sacre (quadri, affreschi, mosaici, statue) sono
altrettanti simboli che
aiutano la preghiera e rafforzano la devozione.
Era
ovvio perciò che,
specie la parte
posteriore dei paramenti fosse la più ricca di simboli dal momento che, durante
le funzioni religiose, i
celebranti
volgevano la schiena all'assemblea.
- I colori sono un primo
significativo simbolismo :
Verde:
ordinarietà
Rosso:
martirio, Pentecoste e Passione
Bianco
o Oro: la Festa, la solennità
Viola
: Quaresima, Avvento e Defunti
L'essenzialità della vita è rappresentate con simboli come :
pane =
grano; vino = uva, mentre i concetti
chiave della Religione sono espressi con
l'acqua = Grazia Divina; olio = unzione sacramentale, il sale, il
lievito, la colomba, il pellicano, l'agnello, il pesce, IXθYΣ: «
'Ιησοῦς
Χριστός
Θεoῦ
Υιός
Σωτήρ (
Iesùs CHristòs THeù
HYiòs Sotèr) » "Gesù
Cristo Figlio di Dio Salvatore"
il
delfino, la balena, la cerva, il favo.
La colomba rappresentazione dello Spirito Santo
l'agnello come simbolo sacrificale
il pellicano che nutre i suoi piccoli con la propria carne
il pesce è
divenuto simbolo di Cristo per le sue lettere greche IXθYΣ: «
'Ιησοῦς
Χριστός
Θεoῦ
Υιός
Σωτήρ (
Iesùs CHristòs THeù HYiòs Sotèr) »
"Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore".
il delfino: legato
al dio Apollo e divenuto simbolo del Salvatore (Gesù Cristo) perché si pensava
che i delfini potessero salvare i naufraghi.
la balena che
inghiotte il profeta Giona e lo rigetta dopo tre giorni, chiara allusione ai tre giorni di
permanenza del Cristo nel sepolcro.
la cerva assetata che, come si dice nei salmi,
rappresenta lo spirito umano che anela a Dio
il favo che stilla il vero miele come il Cristo che
infonde dolcezza all'uomo con la Sua Parola.
Non solo i paramenti del Celebrante ma anche
i lini d'altare riportano simboli oltre a ricordare momenti significativi
della storia della Chiesa, per es.:
-
la casula: deriva dai paludamenti di antica foggia
rappresentati nei mosaici bizantini e nei dipinti dell'alto Medioevo.
-
la pianeta: riduzione e
semplificazione della casula divenuta, nel corso dei secoli, troppo spessa e
pesante, per facilitare i movimenti del celebrante.
-
il piviale: è
indumento derivante da cappa protettiva contro agenti atmosferici avversi. E' indossato al posto della
casula o
pianeta per funzioni liturgiche sacramentali ed al
di fuori della Messa es.: esequie, battesimi, benedizioni, processioni.
-
la palla: piccola pezzuola di lino quadrata ed inamidata che copre
il calice dopo la consacrazione del vino, da eventuali cadute, al suo interno,
di insetti. Se, disgraziatamente
accadeva e il vino consacrato non poteva essere bevuto, veniva versato
in un apposito contenitore coperto, posto a fianco al tabernacolo, contenente
acqua per l'abluzione delle dita del Sacerdote che aveva distribuito la Comunione
al di fuori della Messa. Nello stesso vaso vi finivano anche le ostie o
frammenti di esse che cadevano in terreno sporco o dalla bocca di ammalati etc.
o che, per qualsiasi altra ragione, non potevano essere assunte. Si attendeva che la particola si fosse sciolta
ed il liquido di detto vaso veniva versato nel terriccio di una pianta ma mai
in uno scarico.
-
ombrellino: anticamente
veniva tenuto sopra il capo del sacerdote che trasportava il Santissimo come
simbolo regale non solo all'esterno ma anche all'interno delle chiese stesse.
-
la veste talare: tipico abito lungo e fittamente abbottonato
sul davanti. (I bottoni, mi raccontava il sarto Camurani che, a suo tempo le
faceva, dovevano essere 33 come gli anni del Signore. Le vesti poste sui nostri
manichini, però, non ne hanno più di 24. Un'ulteriore semplificazione?) Di colore nero per i sacerdoti a ricordo
dell'impegno penitenziale, è porpora e rosso per i vescovi ed i cardinali a ricordare loro l'impegno alla difesa della
fede fino all'effusione del sangue, di colore bianco qualche veste di
missionari nelle stagioni e nei paesi molto caldi del mondo, per ovvie ragioni
fisiche, mentre è obbligatoria esclusivamente per il Santo Padre.
Un
doveroso ringraziamento devo esprimerlo pubblicamente a due persone in
particolare: Claudia Baldoni e Gualtiero
Matteucci; senza il loro pronto ed
instancabile aiuto questa mostra non si sarebbe realizzata in tempi così brevi
e con questo risultato. Non dimentico, comunque, le gentili Signore che si sono
occupare dell'accurata pulizia di questi locali.
NOTA: Grazie alla
maggiore ricchezza e varietà della simbologia ricamata o decorata sui
paramenti, vengono esposti, soprattutto, quelli utilizzati prima del Concilio
Vaticano Secondo, quando le funzioni liturgiche veniva celebrate in latino e secondo il Messale di S. Pio V°
instaurato dopo il Concilio di Trento. I
paramenti moderni, in particolare camici e cotte, sono molto meno ricamati o
decorati di quelli più antichi.
Viene data una
breve spiegazione solo dei paramenti esposti.
Le chiese
cattoliche di
Rito
Latino utilizzavano e
utilizzano i seguenti paramenti liturgici:
-
amitto: è
sempre bianco. Va sulle spalle del
celebrante e legato in vita.
-
camice: è
indossato dal celebrante ed è sempre bianco.
-
cingolo: in
genere è bianco ma anche del colore liturgico del giorno.
-
stola: è
del colore liturgico del giorno; è indossata in modo diverso dal sacerdote o
dal diacono. E' il segno distintivo dei ministri ordinati (vescovo, presbitero,
diacono).
-
manipolo: è del colore
liturgico del giorno. (Veniva utilizzato prima della riforma del Concilio
Vaticano Secondo).
-
casula: è paramento tipico della Messa. Viene indossata
dal sacerdote sopra la stola. E' sempre del colore liturgico del giorno. Deriva dai paludamenti di antica foggia
rappresentati nei mosaici bizantini e nei dipinti dell'alto Medioevo.
-
pianeta: riduzione e
semplificazione della casula divenuta troppo spessa e pesante nel corso dei secoli,
per facilitare i movimenti del celebrante.
-
piviale: è indossato al posto della casula o pianeta
per funzioni liturgiche sacramentali ed al di fuori della Messa es.: esequie,
battesimi, benedizioni, processioni. E' indumento derivante da cappa protettiva
contro agenti atmosferici avversi.
-
cotta: è di colore bianco e viene indossata sulla
veste talare, come abito
corale o per azioni liturgiche al di fuori
della messa, eventualmente insieme alla stola.
-
velo omerale: usato per
le funzioni liturgiche che coinvolgono il SS. Sacramento
-
velo copricalice: (Veniva utilizzato prima della riforma del
Concilio Vaticano Secondo).
-
busta per corporale: proteggeva il corporale da eventuale insudiciamento. (Veniva
utilizzato prima della riforma del Concilio Vaticano Secondo).
-
corporale: tessuto quadrato di lino inamidato su cui si
celebra la liturgia eucaristica.
-
purificatoio: pezzuola
di lino pieghettata per pulire ed asciugare i vasi sacri.
-
palla: piccola pezzuola di lino quadrata ed inamidata
che copre il calice dopo la consacrazione da eventuali cadute, al suo interno, di
insetti o altro.
-
canopeo: ornavano
la parte frontale del Tabernacolo ed erano del colore
liturgico del giorno.
-
copripisside: ornamento di stoffa a protezione della
preziosità del vaso sacro e del suo
contenuto.
-
ombrellino: anticamente veniva tenuto sopra il capo del
sacerdote che trasportava il Santissimo come simbolo regale non solo
all'esterno ma anche all'interno delle chiese.
-
dalmatica : veste liturgica indossata dai diaconi per il servizio all'altare.
-
veste talare: tipico abito lungo e fittamente abbottonato
sul davanti. Di colore nero per i sacerdoti a ricordo dell'impegno penitenziale,
porpora e rosso per i vescovi ed i cardinali
a ricordare dell'impegno alla difesa della fede fino all'effusione del
sangue, bianco esclusivamente per il Santo Padre.