Si conclude l’anno della Vita consacrata e quasi passa il testimone a quello della Misericordia |
03/02/2016 |
Si conclude l'anno
della Vita consacrata e quasi passa il testimone a quello della Misericordia.
La nostra comunità ha vissuto questi due eventi quasi l'uno
in preparazione dell'altro. Un anno dedicato alla Vita consacrata forse non ha
avuto tanta risonanza nella chieda locale, nella diocesi e nella parrocchia, ma
per noi è stato un richiamo quotidiano e importante al senso e significato
della nostra vita e della nostra presenza nella Chiesa. E questo ci ha aiutato
e ci sta aiutando a percorrere insieme questo anno della misericordia, certe
che l'amore di Dio che ha accompagnato e accompagna sempre la nostra vita,
ancora oggi può sorprenderci e riempire tutta la nostra esistenza.
Papa Francesco ci aveva dato tre obiettivi, quando ha
annunciato la celebrazione dell'anno dedicato alla Vita Consacrata: guardare il
passato con gratitudine, vivere il presente con passione e abbracciare il
futuro con speranza . Per noi è risuonato come un programma di vita valido
sempre.
Gratitudine, passione e speranza non sono solo tre belle
parole, ma ci sembrano tre atteggiamenti fondamentali che possono dare senso a
tutta la nostra vita.
E ci siamo chieste: come tradurle nella nostra vita
quotidiana? Ci è sembrato di non dover "inventare" nulla di nuovo. Se guardiamo
a quanto la nostra Fondatrice, suor Maria Teresa Lega ha fatto a Modigliana non
troviamo gesti spettacolari e grandi miracoli ma piuttosto un amore quotidiano,
feriale e totale per quanti ha incontrato nel bisogno e nell'abbandono. Si è
fatta casa per coloro che non avevano casa e accoglienza per coloro che erano abbandonati e soli, soprattutto i
più fragili del suo tempo, le bambine, figlie del povero.
E per noi cosa può significare questo oggi? Imparare ogni
giorno il valore della gioia che scaturisce da una vita donata e non posseduta,
condivisa e non chiusa, gioiosa e non ripiegata su se stessa.
A volte si soffre per quanto si vorrebbe fare ma non si
riesce più a fare perché le forze sono poche e le richieste tante. Ma la
Chiesa, in questo anno, ancora una volta, ci ha richiamato alla cosa più
importante di tutte: crescere nella nostra relazione con il Signore, dare
qualità alla nostra vita fraterna in comunità, essere attente e aperte, con le
porte e con il cuore, a chi ci vive accanto. Ci sembra di aver curato molto
questi aspetti in questo anno.
In parrocchia tanti ci dicono che "ci vedono poco". E' vero:
siamo di fatto poche e se vogliamo curare la nostra vita, i momenti della
preghiera e quelli della vita fraterna dobbiamo, almeno in parte, "ritirarci"
da varie attività. Ma è veramente necessaria una grande visibilità per essere
come il Signore ci vuole? Questo anno ci ha insegnato, attraverso tante piccole
scelte quotidiane, che il servizio e la missione più importante che il Signore
ci chiede di compiere è quella di una vita gioiosamente data a Lui e ai
fratelli. E noi ci sentiamo molto presenti nel cuore di tante persone e
crediamo che l'accoglienza da parte nostra non manchi mai.
Alla fine di questo anno camminiamo verso la misericordia,
riconoscenti e grate per il dono della vocazione e soprattutto certe dell'amore
infinito del Padre.
Le suore della Sacra Famiglia
Suor Andrea, suor Edvige, suor Nadia e suor Ornella
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