APPARTEMENTO
STORICO DEI VESCOVI - MODIGLIANA Biblioteca
Nel
1° anniversario della morte di
Mons. Giuseppe Bassetti
di E. Staffa
Piccola mostra di
fotografie e delle poche cose personali e ricordi rimasti in canonica
Quando,
circa due mesi fa, Don Massimo ci riunì per comunicarci che intendeva
commemorare Don Giuseppe ad un anno dalla sua morte e nelle sue intenzioni
c'era una mostra (e don Massimo guardò me) di cose che lo ricordassero
degnamente, mi sentii un po' perso perché sapevo che di oggetti personali che
rappresentassero adeguatamente Don Giuseppe, i nipoti non ne avevano lasciato molti. Qualche giorno dopo mi mostrò due cassetti di
una piccola scrivania che contenevano un po' delle foto che, numerosissime,
avevo trovato qua e là nei vari mobili ed alcuni effetti personali di Don
Giuseppe.
Con
quelle poche foto, e soprattutto con quelle poche cose ritrovate, sono riuscito
a mettere insieme la piccola mostra che descrivo qui di seguito.
Fra
le sue cose mi ha fatto piacere ritrovare le
trousses con le quali Don Giuseppe portava il conforto della Confessione, Comunione
ed Estrema Unzione ai nostri cari che accompagnava, con la sua affettuosa
pietà, nel difficile momento del trapasso.
Queste e le sue corone, tante, e non tutte sue, forse, ma che una l'aveva
sempre in tasca e con la quale lo trovavamo spesso davanti al Santissimo a
pregare per tutti noi, credo ci ricordino meglio il suo indimenticabile lavoro
pastorale nella nostra Parrocchia.
La
maggior parte, del materiale esposto però sono foto, una piccola parte delle
quali sue personali (c'è un album con comincia con una sua foto fra i banchi
della Scuola Elementare), e continua con la sua Ordinazione Sacerdotale, un'altra
piccola parte che lo ritrae in momenti vari della sua reggenza della Parrocchia
di Tossino e di Santo Stefano, ma la maggior parte riguardano gli straordinari
lavori da lui voluti e portati avanti con gusto e competenza, per la
salvaguardia degli straordinari tesori conservati nelle chiese affidate alle
sue cure. Fra queste ho scelto i grandi lavori di recupero della chiesa di
Tossino e degli straordinari affreschi in essa contenuti, la ristrutturazione
dell'Oratorio del Gesù Morto ed il restauro delle statue del Compianto. Di
queste ultime ho messo a confronto il "prima" ed il "dopo"
del restauro che le giovani generazioni certamente non conoscono.
Di
questi lavori di conservazioni dei nostri tesori artistici, noi e le
generazioni future, gli saremo sempre grati.
In
fondo al tavolo ho esposto i suoi vecchi dizionari di Greco e Latino ed un
quadernetto su cui aveva ricopiato, in corsivo greco, versetti dei Vangeli e
della Bibbia, massime e citazioni di grandi personaggi della cultura greca,
base indiscussa di quella latina e di quella italiana, che spesso e volentieri, utilizzava, da quella persona colta che era,
nelle sue omelie, citandole direttamente in greco.
E
poi diplomi dell'Accademia degli Incamminati, i trafiletti di quotidiani che
ricordano le sue nozze d'oro Sacerdotali ed infine, appesi ai pannelli, le foto
incorniciate dei suoi genitori, le varie benedizioni Papali per il 25° e 60° di
Sacerdozio, la bella Maternità in ceramica della bottega Bartoli e Cornacchia, l'ultimo
regalo di noi Parrocchiani in occasione del 60mo della sua Ordinazione
Sacerdotale, l'attestato della sua Prima Comunione del 1938, e testimonianze di Tredozio e di Marradi.
I
tre manichini, invece, indossano i paramenti sacri che la Parrocchia gli regalò
nel 2003 in occasione dei festeggiamenti per il suo 50° di Messa.
uno simile alla toccata, quasi un'improvvisazione scritta,
di struttura prevalentemente omofonica, cioè, in presenza di almeno di due
voci una agisce da guida, proponendo la melodia nella mano destra, mentre le
altre voci, nella mano sinistra, forniscono la necessaria struttura ritmica ed
armonica sulla quale la melodia stessa si può sviluppare.
Il secondo tipo di ricercare, contrappuntistico
imitativo, realizzato a sezioni in cui ognuna di queste iniziava con una imitazione in forma di variazione.
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BERTOLDO, Sperindio
(Modena 1529 - Padova 1570)
- Ricercare del primo tono per organo
(1591)
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SCRONX, Gerardus
(Paesi Bassi 15.. - 16..)
-Echo fantasie (1617)
A proposito di questo compositore
fiammingo del XVII secolo si sa ben poco, se non che era un monaco del
monastero dell'Ordine della Santa Croce a Liegi.
Si suppone che
Scronx sia il compilatore della raccolta "Liber Fratrum Cruciferorum Leodiense", un manoscritto che contiene oltre 1600 composizioni di Gabrielli, Merulo e Sweelinck.
Tra queste si trova anche
"Echo-fantasie", in seguito pubblicata ne "Les
Archives des Maîtres d'Orgue" e in "Artisti Fiamminghi (Oud-Nederlandse Meesters).
Nella composizione intitolata "Echo
fantasie" le frasi musicali sono ripetute due volte, la seconda delle quali è
suonata più dolcemente per dare l'impressione di un'eco. Perché ci sia un
effetto più chiaro bisognerebbe avere almeno due tastiere, ma con veloci cambi
di registri è possibile ottenere un buon risultato.
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LUZZASCHI, Luzzasco (Ferrara 1545 - 1607)
- Toccata del quarto tono per organo (1625)
La toccata è una forma
musicale, inizialmente applicata al liuto e in seguito
agli strumenti a tastiera, in particolar modo all'organo,
che aveva la funzione di breve introduzione. Derivava da una ricerca musicale
improvvisata sullo strumento: il termine infatti significa proprio
"toccare" lo strumento e la toccata consiste perlopiù di ripetute
scale e arpeggi ascendenti e discendenti con variazioni.
Con Fiori musicali si intende una raccolta di brani liturgici per organo
di Girolamo Frescobaldi, pubblicata la prima
volta nel 1635 La
raccolta si compone di tre messe: Missa della Domenica, Missa degli Apostoli e
Missa della Madonna. Ogni messa comprende una serie di pezzi da eseguire con
l'organo nei vari momenti della liturgia.
Le messe sono seguite da due capricci su melodie secolari,
la Bergamasca e la Girolmeta. Non è chiaro che ruolo abbiano questi due pezzi
nella liturgia, né per quale motivo siano presenti nei Fiori musicali.
Riconosciuta come uno dei migliori lavori di Frescobaldi,
quest'opera influenzò vari compositori per almeno due secoli.
La collezione venne stampata da Giacomo Vincenti e dedicata
al cardinale Antonio Barberini. Il titolo completo è Fiori musicali di diverse compositioni,
toccate, kyrie, canzoni, capricci, e recercari, in partitura a quattro utili
per sonatori.
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MERULA, Tarquinio
(Busseto 1595 - Cremona 1665)
- Capriccio su "La Loda"
(Canzon XX)
Il capriccio è un tipo di composizione caratterizzato da una certa
libertà di realizzazione. Molto in uso nel XVII sec., in parte simile al
ricercare e alla fantasia, è dunque di tipo contrappuntistico o virtuosistico.
Nel XVII
secolo si delineò la forma del capriccio cembalo-organistico, come nel caso
di Frescobaldi che formò i suoi capricci su soggetti musicali popolari.
Questo Capriccio di Merula è un adattamento per organo della Canzon XX "La
Loda", originariamente per trio d'archi e basso continuo.
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CLERAMBAULT,
Louis-Nicolas
(Parigi 1676 - 1749)
Dalla Suite du deuxième ton (1710):
- Plein jeu
- Caprice sur les
grands jeux
La Suite du deuxième ton è tratta dal Livre d'Orgue,
pubblicato nel 1710.
Clérambault era parte de l'école française d'orgue, la
scuola organistica francese, una corrente di musicisti e compositori francesi vissuti
tra il XVI
e il XVIII
secolo.
La scuola prende inizio dalla musica serratamente polifonica
e severa di Jean Titelouze, consideratone il padre, per giungere
ad uno stile compositivo molto ornato e con caratteristiche peculiari adattate
alle forme dell'organo classico francese.
Mentre la scuola organistica italiana mostra una netta
predilezione per la tastiera unica, divisa in bassi e soprani, le limpide sonorità
prettamente italiane e la limitata estensione della pedaliera, la tradizione
francese (e anche germanico-fiamminga) farà evolvere tipologie organarie basate
sulla distinzione dei corpi sonori, quindi più tastiere - da due a cinque - e
pedaliera con registri autonomi, con numerosi registri ad ancia e mutazione.
Il Plein jeu o Prélude è un brano omogeneo in
tempo binario o quaternario. E' usato comunemente come brano introduttore e fa
uso di registrazioni ampie e gravi.
Il Grand jeu è una forte combinazione di registri ad
ancia e di cornetti, usata nelle sezioni più forti di brani complessi o in
particolari préludes.
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GALUPPI, Baldassare
detto il Buranello (Burano 1706 - Venezia 1785)
- Sonata per flauto
- Moderato in sol maggiore
Da "Sonate per Organo" - Archivio musicale della parrocchia
di Santa Maria Formosa, Venezia, depositato presso la Biblioteca Marciana,
Venezia.
La sonata per flauto non riguarda lo strumento vero e
proprio, ma il flauto dell'organo.
Ogni registro che
viene inserito nell'organo fa suonare una fila di canne, una per ogni tasto,
dalla più grande per le note basse, fino alla più piccola, nelle note alte.
Ci sono differenti tipi di canne, di forme e tagli diversi
in maniera da ottenere suoni diversi, e in questo caso il flauto è ottenuto da
un tipo di canne tappate in cima con un piccolo camino che che fa uscire il
suono.
Il flauto solista verrà introdotto dall'organo pleno, che
anticiperà il soggetto tematico.
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BACH,
Johann Sebastian
(Eisenach
1685 - Lipsia 1750)
-
Concerto n.5 in fa maggioreBWV 978
Allegro -
Largo - Allegro
Trascrizione per organo o cembalo del concerto per violino,
archi e continuo in
sol maggiore n° 3 RV 310 di Antonio Vivaldi.
I concerti trascritti per tastiera da Johann Sebastian Bach
sono contenuti a due raccolte di trascrizioni realizzate da Johann Sebastian Bach fra il 1713 e il 1717: una per
strumento a tastiera, e l'altra per strumento a tastiera dotato anche di pedaliera,
Le due raccolte, che insieme contengono ventidue concerti, sono basate su
lavori originali per orchestra di Antonio
Vivaldi, Alessandro Marcello, Benedetto Marcello, Georg Philipp Telemann e Giovanni Ernesto di Sassonia-Weimar.
Diversi musicologi hanno evidenziato come la corte
di Weimar, presso la quale Bach si trovava a servizio negli anni un cui
vennero realizzate queste trascrizioni, fosse particolarmente interessata alla
musica italiana: il giovane principe Giovanni Ernesto di Sassonia-Weimar,
nipote del regnante Guglielmo Ernesto, era infatti
molto attratto dagli autori italiani all'epoca di moda (ad esempio Antonio
Vivaldi, Benedetto Marcello e Giuseppe
Torelli), e si dilettava lui stesso a comporre concerti in stile italiano.
Il principe si recò diverse volte ad Amsterdam e Düsseldorf,
importanti centri di attività musicale, per ascoltare concerti e per acquistare
nuovi spartiti, e un giorno, all'interno della Nieuwe Kerk di Amsterdam, sentì l'organista
Jan Jacob de Graaf eseguire trascrizioni per
organo di concerti italiani originariamente scritti per orchestra.
Al ritorno a Weimar
entusiasta dell'esperienza olandese e speranzoso di poter ricreare a
corte le stesse atmosfere "italiane" che aveva ascoltato ad
Amsterdam, Giovanni Ernesto chiese a Johann Sebastian Bach e a Johann Gottfried Walther, entrambi a
servizio presso la corte di Weimar, di trascrivere per strumento solista gli
spartiti che era riuscito a portare con sé.
Stasera ascolteremo la trascrizione per organo del concerto
per violino, archi e continuo in sol maggiore n° 3 RV 310 di Antonio Vivaldi,
contenuto all'interno della raccolta «L'estro
armonico» e pubblicato ad Amsterdam nel 1711.