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Ricordiamo Don Bassatti - anno 2015
16/02/2016
APPARTEMENTO STORICO DEI VESCOVI - MODIGLIANA           Biblioteca

Nel 1° anniversario della morte di

 Mons. Giuseppe Bassetti

 di E. Staffa   
Piccola mostra di fotografie e delle poche cose personali e ricordi rimasti in canonica

Quando, circa due mesi fa, Don Massimo ci riunì per comunicarci che intendeva commemorare Don Giuseppe ad un anno dalla sua morte e nelle sue intenzioni c'era una mostra (e don Massimo guardò me) di cose che lo ricordassero degnamente, mi sentii un po' perso perché sapevo che di oggetti personali che rappresentassero adeguatamente Don Giuseppe, i nipoti non ne avevano lasciato molti.  Qualche giorno dopo mi mostrò due cassetti di una piccola scrivania che contenevano un po' delle foto che, numerosissime, avevo trovato qua e là nei vari mobili ed alcuni effetti personali di Don Giuseppe.

Con quelle poche foto, e soprattutto con quelle poche cose ritrovate, sono riuscito a mettere insieme la piccola mostra che descrivo qui di seguito.

Fra le sue cose mi ha fatto piacere ritrovare le trousses con le quali Don Giuseppe portava il conforto della Confessione, Comunione ed Estrema Unzione ai nostri cari che accompagnava, con la sua affettuosa pietà, nel difficile momento del trapasso.  Queste e le sue corone, tante, e non tutte sue, forse, ma che una l'aveva sempre in tasca e con la quale lo trovavamo spesso davanti al Santissimo a pregare per tutti noi, credo ci ricordino meglio il suo indimenticabile lavoro pastorale nella nostra Parrocchia.

La maggior parte, del materiale esposto però sono foto, una piccola parte delle quali sue personali (c'è un album con comincia con una sua foto fra i banchi della Scuola Elementare), e continua con la sua Ordinazione Sacerdotale, un'altra piccola parte che lo ritrae in momenti vari della sua reggenza della Parrocchia di Tossino e di Santo Stefano, ma la maggior parte riguardano gli straordinari lavori da lui voluti e portati avanti con gusto e competenza, per la salvaguardia degli straordinari tesori conservati nelle chiese affidate alle sue cure. Fra queste ho scelto i grandi lavori di recupero della chiesa di Tossino e degli straordinari affreschi in essa contenuti, la ristrutturazione dell'Oratorio del Gesù Morto ed il restauro delle statue del Compianto. Di queste ultime ho messo a confronto il "prima" ed il "dopo" del restauro che le giovani generazioni certamente non conoscono.

Di questi lavori di conservazioni dei nostri tesori artistici, noi e le generazioni future, gli saremo sempre grati.

In fondo al tavolo ho esposto i suoi vecchi dizionari di Greco e Latino ed un quadernetto su cui aveva ricopiato, in corsivo greco, versetti dei Vangeli e della Bibbia, massime e citazioni di grandi personaggi della cultura greca, base indiscussa di quella latina e di quella italiana, che spesso e volentieri,  utilizzava, da quella persona colta che era, nelle sue omelie, citandole direttamente in greco. 

E poi diplomi dell'Accademia degli Incamminati, i trafiletti di quotidiani che ricordano le sue nozze d'oro Sacerdotali ed infine, appesi ai pannelli, le foto incorniciate dei suoi genitori, le varie benedizioni Papali per il 25° e 60° di Sacerdozio, la bella Maternità in ceramica della bottega Bartoli e Cornacchia, l'ultimo regalo di noi Parrocchiani in occasione del 60mo della sua Ordinazione Sacerdotale, l'attestato della sua Prima Comunione del 1938,  e testimonianze  di Tredozio e di Marradi.

I tre manichini, invece, indossano i paramenti sacri che la Parrocchia gli regalò nel 2003 in occasione dei festeggiamenti per il suo 50° di Messa.


Domenica 18 ott. 20145  ore 16,30


CONCERTO IN RICORDO

Concerto d'Organo - Chiesa di S. Stefano, Modigliana

Domenica 18/10/2015 ore 20.45

Luca Bonucci

bonucci_rid.jpgCAVAZZONI, Marco Antonio

(Bologna 1485 - 1569)

- Recercada

Da un singolo manoscritto intitolato "Recercada de maca in bologna", conservato nell'Archivio Musicale Parrocchiale in Castell'Arquato, Emilia-Romagna

(ms. Musicale n. 2, cc. 5v-6v).


Il ricercare o ricercata (o recercada) è una
composizione musicale strumentale del tardo rinascimento e del primo barocco.
Nel XVI secolo, la parola ricercare poteva essere riferita a diversi tipi di composizione. La terminologia aveva dei significati flessibili e il fatto che un compositore chiamasse una composizione strumentale toccata, canzona, fantasia o ricercare non era una questione di rigida classificazione ma una libera scelta.
I ricercari erano comunque raggruppabili in due tipi:

uno simile alla toccata, quasi un'improvvisazione scritta, di struttura prevalentemente omofonica, cioè, in presenza di almeno di due voci una agisce da guida, proponendo la melodia nella mano destra, mentre le altre voci, nella mano sinistra, forniscono la necessaria struttura ritmica ed armonica sulla quale la melodia stessa si può sviluppare.

Il secondo tipo di ricercare, contrappuntistico imitativo, realizzato a sezioni in cui ognuna di queste iniziava con una imitazione in forma di variazione.

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BERTOLDO, Sperindio

(Modena 1529 - Padova 1570)

- Ricercare del primo tono per organo  (1591)
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SCRONX, Gerardus 

(Paesi Bassi 15.. - 16..)

-Echo fantasie (1617)


A proposito di questo compositore fiammingo del XVII secolo si sa ben poco, se non che era un monaco del monastero dell'Ordine della Santa Croce a Liegi.

Si suppone che Scronx sia il compilatore della raccolta "Liber Fratrum Cruciferorum Leodiense", un manoscritto che contiene oltre 1600 composizioni di Gabrielli, Merulo e Sweelinck. Tra queste si trova anche

"Echo-fantasie", in seguito pubblicata ne "Les Archives des Maîtres d'Orgue" e in "Artisti Fiamminghi (Oud-Nederlandse Meesters).

Nella composizione intitolata "Echo fantasie" le frasi musicali sono ripetute due volte, la seconda delle quali è suonata più dolcemente per dare l'impressione di un'eco. Perché ci sia un effetto più chiaro bisognerebbe avere almeno due tastiere, ma con veloci cambi di registri è possibile ottenere un buon risultato.
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LUZZASCHI, Luzzasco  (Ferrara 1545 - 1607)

- Toccata del quarto tono per organo (1625)

La toccata è una forma musicale, inizialmente applicata al liuto e in seguito agli strumenti a tastiera, in particolar modo all'organo, che aveva la funzione di breve introduzione. Derivava da una ricerca musicale improvvisata sullo strumento: il termine infatti significa proprio "toccare" lo strumento e la toccata consiste perlopiù di ripetute scale e arpeggi ascendenti e discendenti con variazioni.

Questo modo musicale è apparso per la prima volta alla fine del periodo rinascimentale, circa nei primi decenni del XVI secolo. Ha avuto origine nell'Italia del nord. Molte pubblicazioni degli anni 1590 comprendono delle toccate, di compositori come Girolamo Diruta, Adriano Banchieri, Claudio Merulo, Andrea e Giovanni Gabrieli e Luzzasco Luzzaschi.
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FRESCOBALDI, Girolamo

(Ferrara 1583 - Roma 1643)

- Toccata avanti la messa

- Canzon dopo l'epistola

- Canzon dopo il communio

dai "Fiori Musicali" - Messa della Domenica, 1635

Con Fiori musicali si intende una raccolta di brani liturgici per organo di Girolamo Frescobaldi, pubblicata la prima volta nel 1635 La raccolta si compone di tre messe: Missa della Domenica, Missa degli Apostoli e Missa della Madonna. Ogni messa comprende una serie di pezzi da eseguire con l'organo nei vari momenti della liturgia.

Le messe sono seguite da due capricci su melodie secolari, la Bergamasca e la Girolmeta. Non è chiaro che ruolo abbiano questi due pezzi nella liturgia, né per quale motivo siano presenti nei Fiori musicali.

Riconosciuta come uno dei migliori lavori di Frescobaldi, quest'opera influenzò vari compositori per almeno due secoli.

La collezione venne stampata da Giacomo Vincenti e dedicata al cardinale Antonio Barberini. Il titolo completo è Fiori musicali di diverse compositioni, toccate, kyrie, canzoni, capricci, e recercari, in partitura a quattro utili per sonatori.
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MERULA, Tarquinio

(Busseto 1595 - Cremona 1665)

- Capriccio su "La Loda"

(Canzon XX)

Il capriccio è un tipo di composizione caratterizzato da una certa libertà di realizzazione. Molto in uso nel XVII sec., in parte simile al ricercare e alla fantasia, è dunque di tipo contrappuntistico o virtuosistico.
Nel XVII secolo si delineò la forma del capriccio cembalo-organistico, come nel caso di Frescobaldi che formò i suoi capricci su soggetti musicali popolari.
Questo Capriccio di Merula è un adattamento per organo della Canzon XX "La Loda", originariamente per trio d'archi e basso continuo.
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CLERAMBAULT, Louis-Nicolas

(Parigi 1676 - 1749)

Dalla Suite du deuxième ton (1710):

- Plein jeu

- Caprice sur les grands jeux

La Suite du deuxième ton è tratta dal Livre d'Orgue, pubblicato nel 1710.

Clérambault era parte de l'école française d'orgue, la scuola organistica francese, una corrente di musicisti e compositori francesi vissuti tra il XVI e il XVIII secolo.

La scuola prende inizio dalla musica serratamente polifonica e severa di Jean Titelouze, consideratone il padre, per giungere ad uno stile compositivo molto ornato e con caratteristiche peculiari adattate alle forme dell'organo classico francese.

Mentre la scuola organistica italiana mostra una netta predilezione per la tastiera unica, divisa in bassi e soprani, le limpide sonorità prettamente italiane e la limitata estensione della pedaliera, la tradizione francese (e anche germanico-fiamminga) farà evolvere tipologie organarie basate sulla distinzione dei corpi sonori, quindi più tastiere - da due a cinque - e pedaliera con registri autonomi, con numerosi registri ad ancia e mutazione.

Il Plein jeu o Prélude è un brano omogeneo in tempo binario o quaternario. E' usato comunemente come brano introduttore e fa uso di registrazioni ampie e gravi.

Il Grand jeu è una forte combinazione di registri ad ancia e di cornetti, usata nelle sezioni più forti di brani complessi o in particolari préludes.
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GALUPPI, Baldassare
detto il Buranello (Burano 1706 - Venezia 1785)

- Sonata per flauto

- Moderato in sol maggiore

Da "Sonate per Organo" - Archivio musicale della parrocchia di Santa Maria Formosa, Venezia, depositato presso la Biblioteca Marciana, Venezia.

La sonata per flauto non riguarda lo strumento vero e proprio, ma il flauto dell'organo.

Ogni  registro che viene inserito nell'organo fa suonare una fila di canne, una per ogni tasto, dalla più grande per le note basse, fino alla più piccola, nelle note alte.

Ci sono differenti tipi di canne, di forme e tagli diversi in maniera da ottenere suoni diversi, e in questo caso il flauto è ottenuto da un tipo di canne tappate in cima con un piccolo camino che che fa uscire il suono.

Il flauto solista verrà introdotto dall'organo pleno, che anticiperà il soggetto tematico.
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BACH, Johann Sebastian

(Eisenach 1685 - Lipsia 1750)

Concerto n.5 in fa maggiore BWV 978          

Allegro - Largo - Allegro

Trascrizione per organo o cembalo del concerto per violino, archi e continuo in

sol maggiore n° 3 RV 310 di Antonio Vivaldi.

I concerti trascritti per tastiera da Johann Sebastian Bach sono contenuti a due raccolte di trascrizioni realizzate da Johann Sebastian Bach fra il 1713 e il 1717: una per strumento a tastiera, e l'altra per strumento a tastiera dotato anche di pedaliera,
Le due raccolte, che insieme contengono ventidue concerti, sono basate su lavori originali per orchestra di Antonio Vivaldi, Alessandro Marcello, Benedetto Marcello, Georg Philipp Telemann e Giovanni Ernesto di Sassonia-Weimar.
Diversi musicologi hanno evidenziato come la corte di Weimar, presso la quale Bach si trovava a servizio negli anni un cui vennero realizzate queste trascrizioni, fosse particolarmente interessata alla musica italiana: il giovane principe Giovanni Ernesto di Sassonia-Weimar, nipote del regnante Guglielmo Ernesto, era infatti molto attratto dagli autori italiani all'epoca di moda (ad esempio Antonio Vivaldi, Benedetto Marcello e Giuseppe Torelli), e si dilettava lui stesso a comporre concerti in stile italiano. Il principe si recò diverse volte ad Amsterdam e Düsseldorf, importanti centri di attività musicale, per ascoltare concerti e per acquistare nuovi spartiti, e un giorno, all'interno della Nieuwe Kerk di Amsterdam, sentì l'organista Jan Jacob de Graaf eseguire trascrizioni per organo di concerti italiani originariamente scritti per orchestra.

Al ritorno a Weimar  entusiasta dell'esperienza olandese e speranzoso di poter ricreare a corte le stesse atmosfere "italiane" che aveva ascoltato ad Amsterdam, Giovanni Ernesto chiese a Johann Sebastian Bach e a Johann Gottfried Walther, entrambi a servizio presso la corte di Weimar, di trascrivere per strumento solista gli spartiti che era riuscito a portare con sé.

Stasera ascolteremo la trascrizione per organo del concerto per violino, archi e continuo in sol maggiore n° 3 RV 310 di Antonio Vivaldi, contenuto all'interno della raccolta «L'estro armonico» e pubblicato ad Amsterdam nel 1711.

 
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