02/05/2016 |
di ALESSANDRO D'AVENIA. COME MARIA. Nel cercare un motivo per recitare il rosario nel mese di maggio vi lascio questo brano in cui ho pensato proprio alla figura della Madonna nella nostra vita ferita. ..."In una scuola russa dove c' è un bambino cattivo, odiato da tutti, impossibile da educare. È orfano di padre e di madre. Deruba i compagni, insulta i maestri, picchia le compagne. Un giorno quel bambino quasi ne ammazza di botte un altro: decidono di cacciarlo. I maestri sono schierati come un plotone d esecuzione, lui ci passa in mezzo. Il preside gli sta dietro in silenzio, lo scorta come una guardia carceraria. La maestra lo guarda andar via, solo, tra adulti che lo fucilano con gli occhi e mostrano compiacimento sulle labbra strette: e lei comincia a piangere. Il piccolo, occhi grigi di apatia e odio, sente il singhiozzo e si volta. Quegli stessi occhi hanno un bagliore di bontà mai vista. Fissa la maestra, mentre il preside lo spinge avanti. Si divincola e corre da lei, l abbraccia e urla che cambierà, che cambierà, che cambierà. Da quel giorno rimane attaccato alla gonna della maestra, come un cane. Nessuno riesce a spiegarsi una simile trasformazione. Ma lui le confida il segreto: "nessuno aveva mai pianto per me". Quel bambino voleva solo farsi amare e non sapeva come, per questo richiamava l attenzione distruggendo, l'unica regola che la vita gli aveva insegnato. E magari distrugge ciò che altri costruiscono per imparare come si fa a costruire o per esistere almeno un po'."
Alessandro D'Avenia "Ciò che inferno non è"
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