Nell'archivio
della Diocesi di Faenza c'è una cartellina che reca sul dorso della copertina
la seguente scritta: "
Fogli comprovanti
che la spesa dell'organo della Pieve di Modigliana fu fatta dalla Casa Borghi"
e riporta l'anno 1614. Tra i carteggi in
essa contenuti v'è una ricevuta dove l'esponente di Casa Borghi di Modigliana,
Filippo Borghi
[1], doveva
il saldo di Lire 150 dell'organo a Don Angelo Gabrielli di Bologna, Monaco in
San Procolo. A San Procolo di Bologna
(ancor
oggi in via Massimo D'Azeglio verso Porta San Mamolo), nel 1580,
Malamini Baldassarre costruì l'organo che è la sua prima
opera documentata e del quale curò la manutenzione fino al 1614, anno della sua
morte. Il Malamini nativo di Cento pur rimanendo fedele all'impianto
tradizionale dell'organo italiano cinquecentesco è di fatto un innovatore
perché introduce nuove timbriche, i registri di concerto, che arricchiscono le
risorse sonore dell'organo italiano. Il suo lavoro più significativo è l'organo
monumentale costruito nel 1596 e che si trova ancora oggi perfettamente
funzionante nella Basilica di San Petronio a Bologna. Nelle carte non c'è alcun riferimento al
Malamini ma la contiguità logistica e temporale possono rendere plausibile la
circostanza che il primo organo di Modigliana fosse stato costruito proprio dal
Malamini.
Questo
primo organo non fu collocato nella cantoria come si potrebbe presumere che
fosse. Anzi possiamo ipotizzare che la cantoria ancora non esistesse con
riferimento soprattutto agli interventi edili sulla struttura architettonica che
la Pieve di Santo Stefano Papa subirà un secolo e mezzo più tardi.

Andiamo
per ordine.
Nel
1752 da una descrizione della Pieve di Santo Stefano dal libro degli Statuti
del Comune di Modigliana si legge: "
a
cornu evangelii si trova la sacrestia.... e l'organo (buono) di sette registri
con sua orchestra e cassa dorata e dipinta con
ornamenti." Qualche anno più tardi nel 1756 il Priore Francesco Xaverio
Violani pensò di sopraelevare la Pieve pur conservando l'impianto a navata
unica e transetti. L'intervento venne però portato a compimento solo nel 1764 dal
successore Priore Jacopo Filippo Traversari, a cui è anche attribuita la
costruzione della Torre Campanaria dello stesso anno. Al medesimo è pure
attribuito il rifacimento dell'Altare Maggiore nel 1767 come da epigrafe su
basamento
a cornu evangelii. Forse pure
causa una diversa sistemazione dell'area attorno all'Altare Maggiore, è in questo contesto di lavori di
ristrutturazione e di modifiche strutturali che può aver preso corpo anche la
costruzione dell'attuale Cantoria, in controfacciata, sopra il portale
d'ingresso al Duomo. Infatti l'intera
struttura in legno, con assito e balconata, può essere fatta risalire a questo
periodo come confermato dal sopralluogo
di alcuni esperti.
[2]
Nel
1798 ancora il Priore Jacopo Filippo Traversari chiama Pietro Cavalletti (
Organaro Parmense)
[3]
che accompagnato dal figlio Gaetano provvedevano alla sostituzione di 150 canne
perché rosicchiate dai
topi (
sic!)[4].
La famiglia Cavalletti pur essendo di Parma aveva però domicilio a Imola e dove
aveva acquistato e modellato la lega di piombo per fare le nuove canne.
[5]
E
arriviamo ai primi decenni dell'800. Modigliana è sicuramente la città più
importante di quel territorio denominato Romagna-Toscana, estremo lembo ad est
del Granducato di Toscana dopo aver superato gli Appennini. A valle di
Modigliana c'è Faenza nello Stato Pontificio a cui Modigliana vi appartiene
come diocesi.
E' un
periodo storico difficile e alquanto turbolento per Modigliana che seguirà le
sorti del Granducato che lo vede soppresso nel 1801 con l'occupazione francese
e sostituito prima dal Regno dell'Etruria e nel 1807 direttamente amministrata
dall'Impero francese. Solo nel 1814 con la caduta di Napoleone torneranno a
governare i Lorena. Erano anche gli anni in cui le politiche del Granduca Pietro
Leopoldo prima e del nipote Leopoldo II
[6]
poi, erano tese ad integrare vieppiù questa terra di confine al Granducato di
Toscana fino ad ottenere per l'antica Pieve l'investitura di sede vescovile sì da
renderla indipendente dalla Curia di Faenza e dallo Stato Pontificio.
Intanto a
Pistoia due famiglie locali gli Agati ed i Tronci si vanno affermando come tra
i più quotati costruttori di organi del Granducato, ma una vivace
rivalità e qualcuno afferma aspra concorrenza tra le due famiglie portarono sicuramente
gli Agati ad esplorare altri mercati che logisticamente non potevano che essere
i territori confinanti dapprima nelle zone collinari e montuose dell'Appennino
poi, via via, in tutta la Liguria e nel basso Piemonte.
Siamo nel 1826 ed una lunga carovana di animali
da soma si inerpicano lungo i valichi dell'appennino per raggiungere
Modigliana. Portano seco molti semilavorati di legno e di metallo per la
costruzione e l'assemblaggio in loco di un nuovo organo liturgico.

Gli
Agati intervennero radicalmente ricostruendo ex novo la parte fonico-strumentale
dell'organo della Pieve e conseguentemente modificando ed ampliando la cassa
armonica. La modifica del prospetto di facciata ad un'unica campata insieme ad
una aumentata profondità del fornice dovuta ai nuovi volumi d'ingombro, è
conseguenza del rifacimento e costruzione di un nuovo complesso fonico-strumentale
più grande e con più registri attribuito a Giosuè Agati, il cui nome appare in
un cartiglio in fondo alla
secreta
del somiere maestro. L'originale ed elegante
scritta a mano, in latino, è la seguente:
Josue, Nicomedes et Joannes
Agati
Pater et Filii Pistorienses de
novo
construxerunt, anno Domini 1826
Priore Andrea Ang.o Fognani.
n.162
Giosuè,
Nicomede e Giovanni Agati/Padre e figli, Pistoiesi/ricostruirono di nuovo, AD
1826 n. opera 162/Priore della Collegiata Andrea Ang.o Fognani.
Gli
Agati assieme all'altra famiglia di Pistoia, i Tronci, i loro componenti hanno
dato vita ad una delle più note e famose dinastie di Organari, conosciuta ed
apprezzata non solo in Italia ma anche all'estero a partire dal 700, a tutto
l'800 e fino ai primi del 900 (
un organo
Agati funzionante, esiste ancora oggi nella Basilica del Santo Sepolcro a
Gerusalemme). L'ultimo degli Agati,
Nicomede, il rappresentante più di spicco, quello che ha poi dato più lustro
alla famiglia, non avendo eredi decide nel 1883 di unire la propria azienda con
quella dei Tronci fino ad allora rivale. Questo nuovo sodalizio lavorerà fino
agli anni 20 del 900.
Con
l'800 si afferma quel movimento artistico passato alla storia come Romanticismo
e che investe in generale la cultura e nello specifico la letteratura e la
musica. In Italia s'identifica in particolare con le aspirazioni del suo
risorgimento nazionale e nella musica, nell'epoca d'oro del melodramma. Anche
l'organo era espressione dei tempi e assieme alla banda era diffuso
capillarmente in ogni località non così per le orchestre privilegio dei grandi
centri. L'organo romantico diventa così il grande interprete di musiche di
carattere sentimentale-melodrammatico e bandistico-marziale, espressione
popolare delle celebri opere di Rossini,
Donizetti, Bellini e Verdi
[7].
"
In realtà la musica organistica del
periodo come pure quella di Pistoia non era tanto orientata verso le maestose
strutture polifoniche di influenza tedesca che oggi vengono comunemente associate
al suono dell'organo ma tendevano piuttosto a creare un suono tipo orchestrale
o bandistico in cui l'abilità dell'organista non stava tanto nel virtuosismo
tecnico quanto nella capacità di variare la registrazione per ottenere sempre
nuovi effetti."
[8]
Infine,
un breve cenno sulla cassa armonica. La cassa armonica che ancora oggi vediamo è
sicuramente quella originale degli inizi del 1600 anche se rimaneggiata ed
ampliata. Nel carteggio ricordato all'inizio dello scritto v'è una lettera dove
il falegname sottopone a Filippo Borghi il disegno della Cassa con grottesca al
prezzo di Lire 125. Anche senza grottesca ma con oro e colori non meno di lire
100 con sovraprezzo di 3 lire per la quantità di oro utilizzato e per un
periodo di lavoro non inferiore ad un mese mezzo. La missiva era stata spedita
da Faenza. In entrambe le paraste, di
destra e sinistra, rudentate, le modanature a bastoncino sono dorate
(verificato tramite leggera scalfittura)
anche se oggi sono coperte da una pesante mano di tempera, color cenerino, la
stessa passata sulla vicina parete di muro. Inoltre la facciata, nella parte
alta sopra le canne è completata a riempimento, da fregi ritagliati in legno con
dipinti strumenti musicali che non esistono nelle produzioni agatiane che sono
invece dorate e perlopiù di tipo floreale. Ciò in sintonia con quanto più sopra
ricordavamo che l'organo regalato da Casa Borghi aveva "
cassa dorata e dipinta con ornamenti".
Bruno Tagliaferri