18/12/2017 |
di INNOMINATA. A 18 ANNI. Ebbi una
gravidanza ‘indesiderata’ . Avevo 18 anni. Tutti mi dicevano di abortire. Mi
sentivo colpevole, sapevo nel profondo del mio cuore, che anch'io dovevo dare
una possibilità al mio bambino, lui non aveva colpe e non doveva pagare per i
miei sbagli. Ma incontrai alcuni volontari della parrocchia che mi fecero
vedere una foto di un bambino che poteva avere 6 o 7 settimane di vita, era
come il mio. Scoppiai a piangere, non volevo abortire e loro lo sapevano. Mi dissero
che tutto si poteva risolvere, che avrebbero fatto qualsiasi cosa per aiutare
me e la vita che avevo dentro. Mi sentii all'improvviso sollevata, finalmente a
qualcuno importava qualcosa di noi, avevo trovato degli adulti che si
preoccupavano di spiegarci che cos'è realmente l'aborto.
Poi chiamò Don
*** che stava pregando a pochi metri di distanza da noi e quando il mio sguardo
sì posò su di lui, il mio cuore si sciolse poiché il calore che emanava il
suo sorriso era pieno d'amore.
Mi abbracciò e toccandomi, la pancia mi domandò come mi chiamassi e quando
gli dissi che mi chiamavo ******lui mi rispose :"che bel nome hai, il tuo
bambino lo chiamerai Francesco, il figlio del sole".
Poi abbracciò
il mio ragazzo e ci invitò a pregare insieme a lui e a passare il resto della
giornata con loro.
Le mie paure sparirono. Non avevo più dubbi, volevo quel bimbo più di ogni
altra cosa al mondo. Mi sentivo forte ero felice di averli incontrati. Ero
sicura e, lo sono tuttora, che il Signore si fosse servito di loro per farmi
tornare sui miei passi e questa convinzione mi ha dato la forza di andare
avanti e di superare ogni difficoltà.
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