DA UN CUORE UMILE ( cfr CCC 2559) |
16/04/2020 |
Scrivevano grandi teologi quali San Giovanni Damasceno e san Tommaso d’Aquino che “la preghiera è l'elevazione dell'anima a Dio o la domanda a Dio di beni convenienti”. Ma da dove noi partiamo per pregare? Dall'altezza del nostro orgoglio e della nostra volontà o “dal profondo” di un cuore umile e contrito? E' colui che si umilia ad essere esaltato, come presenta Gesù nella parabola/storia del fariseo e del pubblicano al tempio. E’ quest’ultimo, mentre si batte il petto dicendo ‘O Dio abbi pietà di me peccatore’ che otterrà la giustificazione. L' umiltà è quindi il fondamento della preghiera. “Nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare” scrive san Paolo. L'umiltà è la disposizione necessaria per ricevere gratuitamente il dono della preghiera.
Umiltà è quindi intesa come riconoscere il nostro essere creatura umana, fatta di un limite costituzionale, ma aperta, nel desiderio, verso orizzonti infiniti. Questo desiderio mette in movimento e in ricerca lo spirito umano. “L'uomo è un mendicante di Dio” (Sant'Agostino, Sermones) è l’affermazione finale di questo articolo che definisce la virtù dell’ umiltà nello spirito.
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