18/04/2020 |
Nel dialogo con la samaritana al pozzo di Sicar, simbolo dell’ incontro dell’anima con Dio nella preghiera, Gesù riconosce all’ uomo l’importanza dell’atto di domandare. Dice infatti “Tu gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva”. La nostra preghiera di domanda è però paradossalmente una risposta. Risposta al lamento del Dio vivente espresso dai profeti, come Geremia che dice: “Essi hanno abbandonato me, sorgente d'acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne screpolate”, risposta di fede alla promessa gratuita della salvezza, come accordata da Cristo e risposta d'amore alla sete del Figlio unigenito sulla croce.
Credo che ancora in questo articolo del CCC dobbiamo riconoscere che c’è Qualcuno che ci precede, Qualcosa da cui veniamo, un Creatore che ci ama e ha pensato ogni bene per le sue creature. Innanzitutto questo Creatore che è Dio si esprime nel donare il bene, ogni bene per l’uomo. Il suo dono ci supera, ci precede, ci completerà. La prima affermazione del CCC è che la preghiera è un dono, prima che un dovere, una capacità, una conquista, un’acquisizione. E’ un dono. Va colta come dono.
(cfr CCC 2561)
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