20/04/2020 |
Da dove
viene la preghiera dell'uomo? Qualunque sia il linguaggio della preghiera
(gesti e parole), è tutto l'uomo che prega. Ma, per indicare il luogo dal quale
sgorga la preghiera, le Scritture parlano talvolta dell'anima o dello spirito,
più spesso del cuore (più di mille volte). E' il cuore che prega. Se esso è
lontano da Dio, l'espressione della preghiera è vana. (cfr CCC 2562)
Nel
Vangelo di Marco c’è un
espressione molto caratteristica e tipica per dire ‘un cuore lontano da Dio’: è l’immagine del ‘cuore indurito’. C’è l’indurimento come rifiuto
totale all’incontro
con Cristo, ma c’è anche
la resistenza dei discepoli. Nel vangelo di Marco, Gesù sembra più preoccupato
della durezza del cuore dei discepoli, che aderiscono alla sua Parola ma non
del tutto. Drammaticamente troviamo che i discepoli hanno il cuore indurito
ancora alla fine del Vangelo davanti alle apparizioni del Risorto! C’è quindi il rischio di
fermarsi nella crescita spirituale, nella conoscenza dell’ Altro, in un cammino di fede
che si deve collegare inevitabilmente con le situazioni di vita ( e non restare
infantile) o il rischio di usare la Parola del Signore, Parola di verità,
adattandola ai propri scopi e bisogni. Infine appare che il contrario del ‘cuore indurito’ sia la tenerezza, ma non
tanto quella sentimentale, ma l’adesione
all’essere di
Dio che è amore tenerezza.
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