E' a partire innanzitutto dalle realtà della creazione che
vive la preghiera. I primi nove capitoli della Genesi descrivono questa
relazione a Dio come offerta dei primogeniti del gregge da parte di Abele, come
invocazione del Nome divino da parte di Enos, come cammino con Dio. L'offerta
di Noè è gradita a Dio, che lo benedice - e, attraverso lui, benedice tutta la
creazione - perché il suo cuore è giusto e integro: egli pure cammina con Dio. Questa
qualità della preghiera è vissuta da una moltitudine di giusti in tutte le
religioni. Nella sua Alleanza indefettibile con gli esseri viventi, Dio sempre
chiama gli uomini a pregarlo. Ma è soprattutto a partire dal nostro padre Abramo
che nell'Antico Testamento viene rivelata la preghiera. (cfr CCC 2569)
La rivelazione biblica inserisce l’atto della preghiera tra le cose ‘primordiali’dell’uomo. Oggi gli antropologi, presentano nel culto dei morti,
una di queste preghiere antichissime rivolte a Dio. Le tradizioni religiose di
tutto il mondo, mostrano le costruzioni erette a favore della divinità e gli
antichi testi ci testimoniano il dialogo con Dio a tutte le latitudini. I riti
alle divinità e le tradizioni religiose sono nati in occasione di fenomeni
terrificanti della natura, ma anche in collegamento con i cicli delle stagioni,
i giorni del nascere e del morire, i momenti del raccolto, i frutti del lavoro,
ecc. Anche noi cristiani, seguendo ad esempio il vangelo di Luca, valorizziamo
la genealogia di Gesù fino ad Adamo, il primo uomo, che poi rappresenta, già
nel significato del suo nome Adam, tutta l’umanità.
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